"È molestia". Trump condannato a risarcire Hillary Clinton

L'ex Presidente dovrà risarcire l'ex First lady democratica e altri funzionari della campagna elettorale del 2016 per causa temeraria. Il Tycoon la accusava di aver orchestrato un complotto contro di lui. Il giudice: "Tentativo di molestia".

"È molestia". Trump condannato a risarcire Hillary Clinton

Un 2023 tutto in salita per Donald Trump. Dopo il burrascoso andamento della causa intentata da E. Jean Carrol per stupro, l'ex Presidente degli Stati Uniti e uno dei suoi avvocati, Alina Habba, sono stati condannati a risarcire con 937 mila dollari Hillary Clinton, la sua campagna presidenziale del 2016 e a una decina di suoi alti funzionari politici.

Le accuse di Trump a Clinton

Trump aveva accusato l'ex First lady democratica di cospirazione tesa a minare la sua reputazione e la regolarità delle elezioni di sei anni fa. La condanna segna il culmine di una causa intentata proprio da Trump in Florida, nella quale l'ex Presidente sosteneva che l'intero scandalo Russiagate, relativo alle presunte influenze russe nella sua campagna elettorale, fossero frutto di un complotto orchestrato proprio dalla campagna di Clinton, con il placet di alcuni esponenti dell’Fbi.

La causa poggiava in parte sul riconoscimento che l'ormai screditato dossier dell'ex agente d'intelligence britannico, Christopher Steele, che diede inizio al Russiagate, venisse commissionato proprio da Clinton e la sua Camelot. Lo scorso anno, l'accertamento di tale circostanza era costato alla campagna democratica una sanzione della Federal Election Commission (Fec), per non aver correttamente denunciato i fondi elettorali spesi per commissionare il documento. Il giudice Donald M. Middlebrooks ha comunque liquidato gli atti presentati dagli avvocati di Trump come un "manifesto politico di 200 pagine", e ha accusato l'ex Presidente e i suoi avvocati di "sottrarre risorse a quanti hanno davvero sofferto danni legali".

Middlebrooks ha inoltre definito Trump "la mente di un abuso strategico del processo giuridico", che avrebbe "ripetutamente sfruttato per cercare vendetta sui suoi avversari politici". "Questo caso non sarebbe mai dovuto essere portato alla corte", ha tuonato il giudice Middlebrooks in una sentenza di 46 pagine. "La sua inadeguatezza come pretesa legale era evidente fin dall'inizio. Nessun avvocato ragionevole l'avrebbe presentato", prosegue il testo, secondo quanto riporta il New York Times. Gli avvocati di Trump hanno già anticipato l'intenzione di ricorrere in appello.

La condanna per Trump

Trump e Habba dovranno addossarsi l'importo totale delle sanzioni imposte dal giudice per coprire le spese legali e le spese degli imputati. L’importo stabilito è di circa 120 mila dollari in meno rispetto a quanto gli imputati hanno richiesto congiuntamente per le sanzioni. Clinton ha ricevuto 171 mila dollari che dovevano essere pagate da Trump e Habba, con la maggior parte di quel denaro destinato alla parcella dei rispettivi avvocati. Questa è la seconda cifra più alta assegnata nell'ordine di Middlebrooks, che ha destinato al Comitato nazionale democratico, alla sua ex presidente, la rappresentante Debbie Wasserman Schultz della Florida, e a una società collegata 179.685 dollari. "L'importo delle commissioni assegnate in questo caso, sebbene ragionevole, è notevole", ha osservato Middlebrooks. Il giudice a novembre aveva sanzionato Habba e altri avvocati di Trump a favore di un altro imputato nella causa, Charles Dolan.

"Il reclamo modificato è un miscuglio di eventi sconnessi, spesso immateriali, seguiti da una conclusione non plausibile", ha scritto Middlebrooks. “Questo è un deliberato tentativo di molestia; raccontare una storia senza tener conto dei fatti”. Habba non ha commentato. Middlebrooks ha archiviato la causa contro Clinton e tutti gli altri imputati "con pregiudizio", il che impedisce a Trump di presentare nuovamente la denuncia. La decisione è l'ultima di una serie di imbarazzanti battute d'arresto legali per Trump, tra cui la condanna del mese scorso, presso il tribunale dello stato di New York, contro la sua società immobiliare Trump Organization, per aver approfittato per anni di un regime di evasione fiscale.

Un momento complesso per Trump e la sua campagna elettorale

Le vicissitudini legali del Tycoon rischiano di inquinare il suo tentativo di ottenere la nomina del Gop il prossimo anno. Dopo una serie di abbandoni, che vanno da alcuni finanziatori fino al mondo degli evangelici e dei pro-life, la strada per la Casa Bianca si sta trasformando in una missione impossibile.

Questo spiegherebbe anche il fermento degli ultimi giorni che ha portato Trump, nelle ultime ore, ad annunciare un grande discorso politico a Miami che aprirà una stagione decisamente più frizzante della campagna elettorale. L'ex Presidente repubblicano promette manifestazioni ed eventi "selvaggi ed emozionanti" per i sostenitori, mentre lancia la sua campagna presidenziale del 2024. Questa rinnovata aggressività arriva come risposta ad alcuni strateghi del Gop che hanno iniziato a criticare il lancio della sua campagna del 2024, definendolo “anemico”.

La corsa all'annuncio della candidatura del 2024 è stata dura. Molti membri del partito infatti gli hanno puntato il dito contro per via dei risultati tutt'altro che eccezionali alle midterm di novembre, in particolare la performance di alcuni candidati al Senato sostenuti dal Tycoon.

Trump deve anche affrontare una potenziale rotta di collisione con il governatore della Florida Ron DeSantis, stella nascente nel partito: tuttavia, questa settimana, un sondaggio Morning Consult ha assegnato a Trump un vantaggio di 17 punti su DeSantis in un ipotetico match-up.

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