"Va a nostro vantaggio, la sicurezza è diminuita". La crisi in Niger spinge altri migranti verso l'Italia

Il colpo di Stato in Niger preoccupa per le sue ripercussioni sul pianeta: i migranti approfittano già dell'instabilità per attraversare il Paese. Ecco le loro rotte

"Va a nostro vantaggio, la sicurezza è diminuita". La crisi in Niger spinge altri migranti verso l'Italia
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La crisi del Niger desta molte preoccupazioni a livello internazionale. Concentrandosi esclusivamente sugli aspetti migratori, le conseguenze del colpo di Stato potrebbero essere devastanti per l'Europa e, soprattutto, per l'Italia. Il Niger, infatti, è un crocevia per i migranti che dall'Africa subsahariana e centrale cercano di raggiungere le coste mediterranee del Continente per poi imbarcarsi sulle carrette del mare. A tal proposito sono due i confini caldi, quello con la Libia sul versante nord-orientale e quello con l'Algeria sul versante nord-occidentale. Per capire quali possano essere le conseguenze dirette del nuovo status politico del Paese sui flussi migratori abbiamo raccolto testimonianze dirette da chi quel passaggio l'ha già fatto, lo sta facendo o è in procinto di farlo, seguendo le chat in cui siamo infiltrati, in cui i migranti si scambiano consigli.

Impossibile dialogare direttamente con queste persone: la troppa diffidenza non permette un confronto sincero, col rischio di ottenere risultati falsati. Per tale ragione ci siamo limitati a osservare con discrezione le conversazioni, senza interferire nei loro dialoghi, per avere un riscontro realistico dell'attuale situazione. Sono tanti quelli che chiedono informazioni nei gruppi sulla situazione in Niger e tra chi suggerisce di provare nuove strade, che pare siano già in corso di definizione, ci sono però quelli che si trovano attualmente sulla strada e stanno attraversando il Paese in questi giorni. Abbiamo scoperto che le rotte dall'Africa subsahariana e centrale a quella settentrionale si muovono lungo sentieri preesistenti già collaudati. Sono presenti dei pit-stop lungo il tracciato, degli accampamenti che i migranti che di volta in volta passano da lì utilizzano come basi d'appoggio.

"Sono in viaggio con i miei ragazzi per la Tunisia, poi andranno verso l'Italia", dice quello che viene chiamato "il presidente", un trafficante di esseri umani che si occupa di guidare i convogli fin sulle coste nord africane. "La situazione in Niger non è da ignorare, anzi va a vantaggio di tutti coloro che attualmente vanno in Algeria, perché la repressione non è più costante e la sicurezza è diminuita", spiega a chi gli chiede informazioni. Come prevedibile, ora il Niger è un Paese senza controllo, una diga aperta per i passaggi verso nord. Non che prima ci fosse una politica di blocco totale ma quanto meno, anche stando a quanto lasciano capire i migranti, esistevano dei controlli più efficaci, che ora sono saltati o sono in mano a uomini facilmente corruttibili.

Lo spiega bene un altro migrante, che afferma di essere entrato in Niger pochi giorni fa, a golpe già in corso. "Siamo entrati in una foresta", spiega, aggiungendo: "I soldati del Niger ci stavano inseguendo, poi ci hanno preso e abbiamo negoziato: è stata la guida che ci ha portato ad occuparsene. All'inizio non ha voluto trattare, ma poi ha preso i soldi che gli aveva proposto il nostro contrabbandiere". Questo gruppo si trova attualmente in un accampamento lungo il fiume Niger, un'area boschiva ben riparata non distante dall'inizio del deserto del Sahara. Sarà questa la tappa successiva della carovana, ma non subito: "Aspettiamo che il gruppo sia al completo per prendere il deserto per Tebessa". Questa è una città berbera del Marocco, situata ai confini del deserto e ad appena 20 chilometri dalla frontiera con la Tunisia, che è il vero obiettivo dei migranti, desiderosi di imbarcarsi verso l'Italia.

In tanti hanno criticato la scelta di passare dal Niger per arrivare a Tebessa, viste le enormi distanze che separano la città algerina dal Niger, in particolare dalla zona in cui il gruppo è accampato: "Se è la tua guida che ti ha detto che ti farà lasciare il Niger per Tebessa non viaggiare più con lui. Quello che non sa davvero dove ti sta portando".

La via che seguono i migranti per raggiungere la città algerina viaggia attraverso le città di Arlit, per poi sconfinare e raggiungere Tamanrasset, principale centro della comunità tuareg del deserto algerino. Da lì, poi, la via prosegue per Algeri, quindi Ouargla e quindi Tebessa. Qui i migranti vengono lasciati per entrare in Tunisia e proeguire verso la costa di Sfax, distante meno di 300 chilometri.

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