Venezuela, dilaga la protesta: abbattute le statue di Chavez

Registrati diversi episodi in tutto il Paese: le sculture del leader bolivariano sono state distrutte e trascinate per strada

Venezuela, dilaga la protesta: abbattute le statue di Chavez
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Proseguono senza sosta le proteste in Venezuela contro la contestata vittoria elettorale di Nicolas Maduro, che gli consentirebbe un terzo mandato dalla durata di sei anni. Registrati scontri con la polizia, due morti e decine di arresti, ma i manifestanti non hanno intenzione di fermarsi. Anzi, hanno alzato l’asticella della protesta con l’abbattimento delle statue di Hugo Chavez, il leader bolivariano di cui Maduro è il successore.

Le statue dedicate al fondatore dell’attuale regime socialista sono state distrutte in diverse città e trascinate per strada in segno di sfregio. Al momento non c’è un numero ufficiale di monumenti abbattuti, ma le immagini sui social network si stanno moltiplicando con il passare delle ore. Si ha certezza di cinque statue abbattute, per la precisione a Aragua, Carabobo, Falcón, Guárico e La Guaira. Quest’ultima statua, di 3,5 metri, è stata tirata giù al grido di “questo governo sta per cadere”. Una volta rimossa, è stata trascinata per terra, cosparsa di benzina e data alle fiamme.

La decisione di attaccare le statue di Chavez non è stata presa dai leader dell’opposizione, che hanno invece invitato gli elettori a una protesta pacifica. La scelta è stata proprio dei giovani venezuelani, stufi del regime di Maduro. Un segnale forte, considerando che “El Comandante” fino a qualche tempo fa era ancora molto popolare. “Questo è un simbolo potente per loro”, la testimonianza di una manifestante all’Ap: “Ogni volta che abbattiamo uno dei loro simboli, gli togliamo un po’ di forza”.

Non è la prima volta che le statue di Chavez vengono prese di mira nel corso delle proteste antigovernative in Venezuela - era già successo nel 2017 e nel 2019 – ma a sorprendere è la tenacia dei manifestanti, disposti a tutto pur di fermare

Maduro. Quest’ultimo ha scelto la forza per reprimere le proteste e ha definito lei video circolati sui social la “tipica immagine delle rivoluzioni colorate promosse dai gringos nel mondo”.

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