Prima la rimozione di quattro ministri, diventata effettiva dopo la firma di un apposito decreto, poi la prima visita conosciuta alla Banca centrale (Pboc) da quando è salito al potere, ormai dieci anni fa, a conferma di un clima delicatissimo. È stata una giornata intensa per Xi Jinping, che ha avallato gli allontanamenti di Li Shangfu e Qin Gang, rispettivamente ministro della Difesa e degli Esteri della Cina, spariti dalle scene pubbliche da settimane, oltre a quelli di Liu Kun e Wang Zhigang, ministri delle Finanze e della Scienza e Tecnologia. Il presidente cinese ha quindi messo piede nella sede della Zhongguo Renmin Yinhang, la Banca Popolare Cinese, allo scopo di evidenziare la crescente attenzione del governo nel sostenere l’economia e i mercati finanziari nazionali, alle prese con una crescita stagnante e turbolenze di vario tipo.
Xi visita la Banca centrale
Secondo quanto riportato da Bloomberg, Xi e il vice premier He Lifeng si sono recati presso la Pboc e l'Amministrazione statale dei cambi (Safe) di Pechino. L’aspetto più interessante della vicenda è che l’attuale presidente cinese non era mai apparso tra le mura della Banca centrale. La sua visita, dunque, metterebbe in luce i recenti interventi del Partito comunista sulla leadership "centralizzata e unificata" anche nel settore della finanza.
In passato, inoltre, le ispezioni presso la Banca centrale venivano effettuate dai premier o dai loro vice, in forza della loro prevalente competenza in economia. La mossa di Xi, dunque, punterebbe a rafforzare una serie di recenti iniziative da parte del governo per rilanciare la crescita e stabilizzare i mercati. Potrebbe, in altri termini, aiutare ad alleviare le preoccupazioni tra alcuni investitori che il presidente aveva trascurato l'economia nel mezzo di ricambio dei ministri più anziani e del tentativo di stabilizzare i rapporti con gli Stati Uniti.
La visita di alti dirigenti presso l'Autorità di regolamentazione dei cambi (Safe), ha evidenziato Reuters, potrebbe essere in parte anche mirata a comprendere meglio i termini dei 3.000 miliardi di dollari nel portafoglio delle riserve valutarie della Cina. Per altro verso, si tratta un evento che precede di pochi giorni la riunione di politica finanziaria che i leader del Paese, i regolatori e i principali banchieri terranno a porte chiuse agli inizi della prossima settimana per definire le priorità di medio termine per l'economia e per prevenire i rischi.
Come sta l’economia della Cina
La Cina, seconda economia mondiale, è cresciuta più velocemente del previsto nel terzo trimestre. Ma ci sono preoccupazioni più profonde per la continua debolezza dell’attività del settore privato e per la mancanza di riforme a lungo termine necessarie per riportare l’economia verso una crescita trainata dai consumi. La Pboc, che ha apportato modesti tagli ai tassi di interesse e ha pompato più liquidità nell’economia nelle ultime settimane, è costretta a decidere quanto allentare la politica monetaria per paura di alimentare la fuga di capitali e danneggiare lo yuan.
In uno scenario del genere, i deflussi di capitali dalla Cina sono aumentati bruscamente fino a raggiungere i 75 miliardi di dollari a settembre, la cifra mensile più grande dal 2016, come ha dimostrato l’indicatore preferito di Goldman Sachs
per i flussi di valuta estera, sottolineando l’intensificarsi della pressione al deprezzamento sullo yuan. Il compito di Xi, in sostanza, è fare in modo che queste e altre incertezze non danneggino la stabilità del Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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