"Abbattere gli orsi non deve essere un tabù". Il presidente del parco naturale "zittisce" gli animalisti

In una lettera ai familiari di Andrea Papi (il runner che ha perso la vita dopo esser stato aggredito da un'orsa) il presidente del Parco dell'Adamello Brenta spiega che l'abbattimento degli orsi "pericolosi" non deve essere considerato un tabù

"Abbattere gli orsi non deve essere un tabù". Il presidente del parco naturale "zittisce" gli animalisti
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L'abbattimento degli orsi, perlomeno per i casi ritenuti potenzialmente più pericolosi, non deve essere considerato un tabù. Questo il pensiero espresso da Walter Ferrazza, presidente del Parco Naturale dell'Adamello Brenta, in una nota pubblicata sul sito web dell'ente nelle scorse ore. Nel testo in questione, il presidente si rivolge anche ai familiari di Andrea Papi, il giovane runner che ha perso la vita lo scorso marzo in Val di Sole dopo esser stato attaccato da un orso. Stando a quanto ricostruito nei mesi scorsi, Papi stava facendo un'escursione nei boschi del Trentino, quando sarebbe stato aggredito dall'esemplare di orsa battezzata "JJ4". L'ipotesi di abbattere il plantigrado in questione era stata presa in considerazione dalla Provincia autonoma di Trento a seguito di quanto accaduto, anche sulla base di altre segnalazioni prevenute nel recente passato da altri escursionisti.

Il Consiglio di Stato, si è però opposto a questa ipotesi, lo scorso luglio. La questione, al netto della gioia degli animalisti, continua tuttavia a far discutere, anche a seguito dei numerosi episodi di orsi avvistati a poca distanza dai centri abitati registrati dalle cronache trentine. E nella lettera sopracitata, Ferrazza mette in fila una serie di riflessioni, "chiedendo scusa" (e manifestando solidarietà) alla famiglia Papi ed invitando le istituzioni a prendere atto della necessità di considerare nuove misure per la gestione del progetto legato agli orsi.

Per scongiurare anche il rischio di nuove aggressioni mortali, tutelando tanto gli essere umani quanto gli animali. "Dobbiamo chiedere scusa per aver peccato di disattenzione o di eccessivo ottimismo - si legge nella nota - perché è evidente che se una specie cresce, si moltiplica, prende confidenza con l’ambiente che la ospita e con l’uomo, devono anche aumentare le risorse umane e materiali che destiniamo alla sua gestione".

E proprio in quest'ottica, il presidente del Parco Naturale dell'Adamello, è stato chiaro: la cattura o l'abbattimento degli orsi devono essere ipotesi da prendere in considerazione. "Dobbiamo fare di più anche nella gestione degli orsi “problematici”, come vengono spesso definiti, cioè pericolosi.

La rimozione, mediante cattura o anche abbattimento di questi ultimi non deve essere un tabù, ma deve rientrare nelle normali pratiche di gestione anche di questa specie - ha chiosato Ferrazza - non solo: persino sul numero massimo di esemplari ursini che il territorio può sopportare dobbiamo essere capaci di confrontarci e di decidere, prendendo a modello la scienza che ogni giorno riversiamo in Trentino nella gestione della fauna selvatica".

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