Claudio Campiti faceva paura suoi vicini e agli altri consorziati, come dimostrano le numerose denunce a suo carico, l'ultima delle quali solo pochi mesi fa. Minacciò alcuni ragazzini che giocavano davanti alla sua abitazione, che gli altri residenti del consorzio Valle Verde descrivono come un cantiere. Vive da senza allacci fognari, idrici ed elettrici e, come dichiarato da alcuni testimoni, assume spesso comportamenti inquietanti. Ma per quanto era spesso stato denunciato per le minacce, nessuno si sarebbe mai immaginato che sarebbe arrivato a compiere una strage. Eppure, nel suo blog le avvisaglie sarebbero potute essere lette.
L'uomo ha aperto il suo blog circa due anni fa e qui sfogava tutta la sua rabbia nei confronti dei vertici del consorzio, definiti "associazione mafiosa". Ma non solo, perché secondo Campiti l'area in cui sorgevano le abitazioni del consorzio, a due passi dal lago di Turano, era un paradiso penale con la protezione dei Comuni dei dintorni. Parole cariche di odio e di risentimento, che in molti attribuivano esclusivamente al fatto che Claudio Campiti fosse in costante diatriba con i vertici del consorzio, del quale non pagava più le quote partecipative. "Qui con il codice penale lo Stato ci va al cesso, qui denunciare è tempo perso so tutti ladri. È un feudo concesso dallo Stato al Consorzio Valleverde, in provincia di Rieti siamo all'avanguardia come il Giappone", scriveva Campiti nel blog, aggiungendo: "Lui (lo Stato, ndr) Lui ha ‘legalizzato' la mafia concedendogli anche una testata giornalistica, noi l'associazione a delinquere mafiosa con tanto di pagamento del pizzo".
Il titolo del post sul suo blog è emblematico: "Benvenuti all'inferno". Nei suoi sfoghi online, Claudio Campiti spiega anche il motivo per il quale la sua abitazione, a suo dire, risulta priva di servizi: "Trovare un tecnico ( geometra, ingegnere civile o architetto) che mi servirebbe per allacciarmi ora alla rete idrica e fognaria, se sei in lite con la banda locale (consorzio…..) è praticamente impossibile".
Nella sua testa si era insinuato il pensiero che il consorzio fosse un'associazione criminale della quale lui era vittima e sono diversi i passaggi del blog nei quali emerge questa ricostruzione delle tensioni con il consorzo, che continuava a chiedere il pagamento delle quote dovute.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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