Bergamo, il Tar ordina la rimozione della lapide dipinta con i fiori. "Indecorosa"

Calle bianche e girasoli gialli al centro della contesa, i giudici hanno dato ragione al Comune di Calvenzano: “La tomba viola l’armonia del posto”

Bergamo, il Tar ordina la rimozione della lapide dipinta con i fiori. "Indecorosa"

Un dipinto con un mazzo di fiori per ricordare la madre scomparsa, ma la lapide è considerata “indecorosa”: il Tar dà ragione all’amministrazione locale e ne ordina la rimozione. Questo quanto accaduto a Calvenzano, in uno scontro tra la famiglia dell’anziana scomparsa e il sindaco del paesino in provincia di Bergamo iniziato nel maggio del 2021 e proseguito sino al pronunciamento dei giudici.

Lo scontro per la lapide “indecorosa”

La tomba al centro della vicenda è quella di Pierina Pavesi, 89enne di Calvenzano. La donna è morta a fine maggio del 2021 ma, come tanti anziani, si era organizzata da tempo, con l’acquisto di un loculo dei colombari comunali su lato sud del camposanto. La figlia dell’anziana ha deciso di rendere particolare la lastra di chiusura del sepolcro: un dipinto con un paesaggio tipico della Bassa bergamasca, il prato verde con il frumento acerbo e il cielo azzurro. In primo piano, invece, il già citato mazzo di fiori: per la precisione calle bianche e girasoli gialli.

La figlia di Pierina Pavesi non ha però chiesto alcuna autorizzazione e la lapide non è passata inosservata. Il giudizio dell’amministrazione comunale è stato tranchant: quel dipinto rappresenta un’anomalia per l’armonia del cimitero. Come ricostruito dal Corriere della Sera, il municipio ha emesso un’ordinanza per dare il termine perentorio di 60 giorni per rimuovere l’immagine posta sulla lastra e sostituirla “con altra idonea ed adeguata al contesto”.

Trascorsi sei mesi senza risposta, l’amministrazione di Calvenzano ha annunciato agli eredi della signora Pavesi un’ordinanza di rimozione, citando l’art. 43 del regolamento di polizia mortuaria e cimiteriale comunale che prevede che "le lampade votive, le decorazioni, gli abbellimenti e le iscrizioni da porre sulle lapidi non possono essere eseguite e poste in opera se non dopo aver chiesto ed ottenuto il permesso".

La famiglia della defunta ha dunque presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento dell’atto per eccesso di potere, rivendicando la presenza di altri quattro casi di decorazioni diverse da quelle standard dei colombari. Niente da fare per i cari di Pierina Pavesi: i giudici del tribunale bresciano hanno dato ragione al Comune. L’articolo 8 del regolamento di polizia mortuaria e cimiteriale dà il via libera all’ente locale di “far rimuovere le ornamentazioni anche provvisorie e temporanee in generale, ogni qualvolta le giudichi indecorose ed in contrasto con l’austerità del luogo”. Soddisfatto il sindaco di Calenzano Fabio Ferla: “A segnalarci la lapide appariscente sono stati alcuni cittadini che in passato avevano chiesto varianti, ma a cui erano state negate proprio per il principio di uniformità che salvaguardia il decoro del camposanto.

Il problema è proprio questo: troppo spesso si pensa che il proprio buon gusto sia sufficiente e faccia da norma. Bastava che i familiari avessero presentato una domanda e avremmo evitato di dover andare in tribunale”.

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