Proseguono senza soste le ricerche di Kataleya, la bambina di cinque anni scomparsa sabato pomeriggio a Firenze. La piccola, peruviana, vive in un ex hotel Astor occupato da un centinaio di abusivi, con la madre e un fratellino; il padre è in carcere. La madre l'ha cercata ininterrottamente nelle vie del quartiere urlando il suo nome. Alcuni occupanti della struttura l’hanno vista l’ultima volta mentre giocava nel cortile. I carabinieri hanno perquisito lo stabile con attenzione ed escludono che si possa trovare lì.
Kataleya è scomparsa verso le tre del pomeriggio del 10 giugno. La madre torna dal lavoro e non la trova, chiede di lei al fratello (zio della bimba), ma nessuno ha notizie della piccola. Una vicina di casa racconta di una lite tra bambine, ma di Kataleya non ha altre notizie. Una telecamera pubblica, collocata sul lato nord dell’ex hotel, ha ripreso la piccola che esce da sola dal cancello della corte e poi vi rientra. C'è da dire che il cancello non è serrato e con facilità si apre. Altre immagini, riferiscono i carabinieri, mostrano andirivieni di adulti, tutti occupanti: i video sono setacciati per capire se qualcuno possa aver portato via la piccola.
Kataleya è alta 1 metro e 15, ha occhi e capelli castani. Quando è sparita indossava una maglietta bianca a maniche corte, pantaloni di colore viola e scarpe nere. Le ricerche si sono concentrate all’interno dell’immobile e lungo il fiume Mugnone, anche con l’impiego di cani molecolari. Andranno avanti.
"È impossibile che lei si perda da sola, qualcuno l’ha presa e l’ha portata via. Io ho detto ha carabinieri chi può essere, queste persone", ha detto la mamma, Katfrina Alvarez, intervistata dal Tg1. Al giornalista che le chiedeva cosa direbbe a queste persone, la donna ha risposto: "Che riportino la bambina, che non se la devono prendere con lei. Questi problemi sono dei grandi, non dei bambini".
Quella strana telefonata anonima
Accertamenti da parte degli inquirenti su una telefonata che la mamma della bambina ha detto di aver ricevuto domenica pomeriggio.
Un uomo le avrebbe detto "ho io tua figlia". La telefonata, proveniente da un numero anonimo, si sarebbe poi bruscamente interrotta. La donna ha spiegato alla Polizia che l’interlocutore aveva un accento latino-americano.
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