Una telefonata anonima giunta questa mattina in questura ha segnalato la presenza di un ordigno in tribunale. I primi accertamenti della polizia, conclusi nelle scorse ore, hanno per fortuna dato esito negativo: si è quindi rivelato un falso allarme. Ma l'indagine sta andando avanti e chi indaga non esclude (perlomeno per adesso, in attesa di ulteriori sviluppi) l'ipotesi che porta ad un'azione di matrice anarchica. Dopo quanto successo a Pisa nei giorni scorsi, anche a Modena stamani la routine quotidiana è stata sconvolta da un potenziale pericolo localizzato nel palazzo di giustizia. Stando a quanto riportato dalla stampa locale, tutto sarebbe iniziato poco prima delle 10, quando è scattato il protocollo di sicurezza previsto in caso di allarme-bomba e il tribunale è stato evacuato. Non senza una punta di apprensione da parte dei presenti.
Le udienze in corso sono immediatamente state interrotte, mentre sul posto sono giunti anche i poliziotti dell'unità cinofila, gli artificieri e i vigili del fuoco. L'intera zona è stata inoltre chiusa al traffico per l'intera mattinata (prima di essere riaperta poche ore fa) perché gli specialisti stavano ancora passando al setaccio l'immobile alla ricerca del presunto pacco esplosivo. Constatata quindi l'assenza di reali pericoli, l'attività è ripresa regolarmente. Ma le indagini sarebbero ancora in corso, perché gli investigatori stanno lavorando per risalire all'autore della telefonata e fare definitivamente chiarezza sull'accaduto. Partendo dalla prima domanda, la più ovvia: si tratta di uno goliardata di pessimo gusto ad opera di qualche mitomane oppure di un atto intimidatorio legato al mondo anarchico? Un'ipotesi, quest'ultima, che non viene scartata soprattutto alla luce del precedente recentissimo segnalato in Toscana, a poco più di 150 km di distanza. Proprio pochi giorni fa una molotov artigianale (fortunatamente non esplosa a causa di un errore in fase di innesco) è stata infatti rinvenuta nel capoluogo pisano, davanti ad uno degli ingressi del tribunale locale.
Un gesto che in quel frangente venne successivamente rivendicato dagli anarchici del "Gruppo di solidarietà rivoluzionaria – consegne a domicilio Fai/Fri", rientrante nelle operazioni di protesta volte a chiedere la revoca del 41bis per Alfredo Cospito.
E considerando il momento storico attuale, gli inquirenti non escludono a priori il fatto che l'episodio di Modena possa essere una delle risposte degli anarchici al provvedimento con il quale la Cassazione ha chiuso ha chiuso la porta alla richiesta di revocare a Cospito il regime penitenziario differenziato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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