Negli uffici del Viminale la voce che Daniele Calenda sarebbe stato nominato dirigente della Digos milanese, era nota. Ora, però, dal 8 maggio è proprio lui il capo. Nella sua carriera si è sempre occupato dell’eversione in genere, fatta eccezione del periodo in cui venne nominato vice della Squadra Mobile di Venezia, quando a dirigerla c’era Alessandro Giuliano, attuale questore di Napoli.
Nato a Frosinone 57 anni fa, Calenda iniziò la sua carriera da agente nel 1987. Nel 1991 fu ammesso all’Istituto Superiore di Polizia, la scuola per funzionari. Terminata la formazione di quattro anni, la sua prima destinazione da neo vice commissario fu la questura di Bolzano, dove rimase fino alla primavera del 1996, anno in cui venne trasferito a Venezia, sede dove, inizialmente, svolse un periodo di gavetta all’Ufficio di Gabinetto. La sua esperienza all’interno del circuito Digos ebbe inizio proprio l’anno successivo come funzionario addetto sotto la direzione di Lorenzo Murgolo. Ma il grande passo lo fece nel 1998, dopo l’arrivo di Vincenzo Ciarambino, che lo volle come suo Vice. Calenda si insediò alla Digos di Venezia in uno dei periodi caldi per quanto riguarda la gestione dell’Ordine Pubblico, soprattutto sotto l’aspetto informativo. Erano le contestazioni delle partite iva, più note come Life. Poi, i movimenti secessionisti e le relative indagini coordinate dal giudice Guido Papalia. Poi, ancora le indagini che portarono all’arresto dei componenti della banda paramilitare denominata «Legione Brenno» che nel 1997 a Marghera ingaggiò uno scontro a fuoco con una pattuglia della Polizia di Frontiera in cui vennero gravemente feriti due agenti; uno di loro, Mirko Schio, che, da quel momento rimase in carrozzina.
Il Nordest in quegli anni era diventato il crocevia delle armi con i confinanti Paesi Balcani. Poi, arrivarono le contestazioni alla globalizzazione, che partirono proprio da Marghera, dal Centro Sociale Rivolta, diffondendosi subito in ambito internazionale. Allora il Capo dei Centri Sociali del Nordest era Luca Casarini e la situazione era abbastanza complessa. Nel 2001, nella notte tra l’8 e il 9 agosto, a Venezia, nel Campo antistante l’ingresso della Procura della Repubblica, esplose una bomba. Attentato che venne rivendicato dai Nuclei Territoriali Antimperialisti e dalla nota Falange Armata. Per il giovane vice dirigente della Digos veneziana furono due anni di indagini serrate, coordinate dall’allora pm Felice Casson. Nel 2005 ricevette il primo incarico da Dirigente della Digos di Verona, dove rimase fino al 2007. Nella città scaligera si distinse per le indagini sui rapporti tra l’estrema destra e gli ambienti Ultras della tifoseria Veronese. Indagini che portarono agli arresti di alcuni soggetti e alla decretazione di numerosi Daspo per le violazioni delle normative che regolano i comportamenti all’interno e all’esterno degli stadi.
Nel 2007 rientrò a Venezia come Vice della Squadra Mobile, occupandosi personalmente della sezione omicidi, mafia e criminalità organizzata. E tra il 2010 e il 2012 Venne nominato Dirigente della Digos di Vicenza. Ma da Venezia non si era mai allontanato. Tant’è che rientrò proprio nel 2012 come Vice della Digos lagunare. Solo la costanza per la promozione lo portò a essere nominato Primo Dirigente, grado che gli permise di poter assumere, nel 2015, proprio la direzione della Digos Veneziana. Qui ebbe modo di coordinare le indagini che portarono all’arresto del gruppo Jihadista, formato da quattro Kossovari di cui un minore. Dopo l'attentato a Westminster del 22 marzo 2017, gli stessi, da mesi ormai controllati telefonicamente, esultavano frasi tipo: «Con Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua, bisogna mettere una bomba a Rialto». L'intenzione era di fare centinaia di morti. Nel 2018 Daniele Calenda coordinò anche le indagini che portarono all’arresto di Juan Antonio Sorroche Fernand ritenuto responsabile di avere collocato un ordigno alla sede della Lega Nord - Liga Veneta di Villorba in provincia di Treviso. Fatto di cui abbiamo ampiamente parlato nel nostro giornale.
Infine, dopo cinque anni abbondanti, da dirigente della Digos lagunare, a febbraio del 2021 Daniele Calenda assume l’incarico a Roma (Dcpp) come Direttore della III Divisione – Terrorismo ed
eversione di estrema destra. E ora, da quell’ormai lontano 1987, anno in cui entrò in Polizia da agente, è il Capo della Digos di Milano. Una città affascinante, ma allo stesso tempo difficile sotto l’aspetto della sicurezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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