La forte scossa di terremoto di magnitudo 4.2 avvenuta ieri nell'area dei Campi Flegrei, oltre a spaventare e non poco la popolazione ha acceso il dibattitto tra gli esperti divisi tra chi è propenso all'evacuazione nei pressi delle scosse più forte e chi vuole evitare di creare inutili allarmismi.
Quali sono i rischi
"Se parli di Napoli pensi al Vesuvio. Chi abita ai Campi Flegrei però, sottoposto di continuo al bradisismo e agli sciami sismici, ha imparato che sotto ai piedi ha un vulcano che potrebbe diventare pericoloso", ha dichiarato a Repubblica Giovanni Macedonio, geofisico dell’Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). La situazione attuale, però, ci dice che non c'è il rischio di un'eruzione imminente, tutt'altro: lo dice la storia (l'ultima risale al 1538) ma lo dicono soprattutto gli strumenti che hanno a disposizione gli esperti con i quali monitorano il vulcano h24. Se il terremo si solleva mediamente di 7-8 mm al mese è dovuto alla presenza del magma, che rimane in profondità, ma che "fa risalire in superficie gas ad alta temperatura che riscalda le rocce e causa sia il rigonfiamento che le scosse".
Perché l'eruzione è poco probabile
I più moderni satelliti e Gps mostrano ogni giorno, agli esperti vulcanologi, la trasformazione del suolo oltre a misurare tanti altri parametri i più importanti dei quali sono temperatura e composizione di gas e acqua che escono fuori dal terreno. Anche i terremoti, sia pur più frequenti, non hanno le caratteristiche tipiche di un’eruzione imminente - spiega Macedonio - Campi Flegrei e Vesuvio, a differenza di Etna e Stromboli, hanno il condotto lavico tappato, coperto da strati di roccia. Questo rende meno improvvisa un’eventuale eruzione. Avremmo probabilmente qualche giorno per dare l’allarme".
Ecco, è lì che si concentra gran parte dell'attenzione, a quella sorta di tappo che, fin quando c'è, fa dormire sonni tranquilli o comunque non troppo agitati. Dovesse "saltare", l'eruzione sarebbe di tipo esplosivo "cioè lanciando in aria gas e ceneri e con colate di lava". La cenere espulsa arriverebbe anche ad alcuni chilometri di distanza in base al vento ma non è una situazione paragonabile al Vesuvio, per esempio. Per fare un paragone, l'ultima eruzione del 1538 aveva portato il terreno a sollevarsi fino a 20 metri, oggi è soltanto 1,1 metro più alto e ci sono voluti 12 anni. "Anche la quantità di magma nel sottosuolo è di gran lunga inferiore rispetto a 39mila anni fa", rassicura l'esperto.
Nuovo sciame sismico
Nel frattempo nei Campi Flegrei "è in corso anche oggi un altro sciame sismico" ma è impossibile prevedere "quanto potrà durare l'attuale crisi di bradisismo": lo ha dichiarato questa mattina il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, nel corso dell'audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera. L'Ingv, ha detto ancora Doglioni, "è in prima linea" e "sta facendo il possibile per monitorare quanto sta accadendo".
Rassicurazioni sono arrivate anche dal ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, che sta predisponendo anche un vertice a Napoli per incontrare le amministrazioni locali e accelerare sui piani di esodo in caso di emergenza "perchè bisogna essere pronti ad ogni evenienza" anche se lo stesso ministro ha chiesto di "evitare allarmismi che in questo momento non trovano giustificazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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