Sono entrati all'interno di Palazzo Ducale, coprendo con un telo i quadri realizzati da Agostino Tassi, il pittore che violentò Artemisia Gentileschi. Dopodichè, utilizzando della vernice rossa, avrebbero volutamente sporcato sia il pavimento della sala che i pannelli informativi delle opere attualmente in esposizione, impedendo ai visitatori di vedere la mostra. Questa la protesta dai tratti surreali messa in atto nelle scorse ore a Genova, dagli attivisti del movimento "Bruciamo Tutto". A rivendicare il blitz sulla pagina Instagram del movimento (nato a quanto pare dopo l'assassinio di Giulia Cecchettin) sarebbero stati gli stessi protagonisti. Per un'azione che, a loro dire, rappresenterebbe una protesta contro il patriarcato e la violenza di genere. "Abbiamo lasciato impronte rosse come il sangue di tutte quelle donne che, come Artemisia, sono state stuprate, uccise, oppresse dal sistema patriarcale - si legge in una nota del movimento - la spettacolarizzazione dello stupro non è denuncia. Siamo a Genova per svolgere un'azione di disobbedienza civile non violenta contro la cultura dello stupro".
A seguito del raid, la mostra è stata temporaneamente sospesa: i visitatori presenti in quel momento sarebbero stati invitati ad uscire per dare modo di effettuare tutti i rilevi del caso e di verificare gli eventuali danni recati ai dipinti. Idem dicesi per gli utenti in coda, che non hanno avuto modo di poter vedere i quadri esposti. Sul posto sono poi intervenuti i carabinieri e la polizia, con gli agenti che hanno trascinato via di peso gli attivisti per poi identificarli. "Non posso che condannare il gesto di cui si sono resi protagonisti questi ragazzi – le parole di Beppe Costa, presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, riportate dal sito web GenovaToday – naturalmente non sono contrario all’espressione delle proprie opinioni, ma ritengo che vada fatto tenendo conto anche della libertà degli altri. E oggi c’erano moltissimi visitatori a cui è stato negato il diritto di vedere la mostra. Ringrazio polizia e carabinieri per l’intervento e per la celerità dei rilievi condotti".
Un gesto che è stato infine condannato anche dal governatore della Liguria, Giovanni Toti: in una nota pubblicata sui social, ha fatto sapere che non è in questo modo che a suo avviso si combatte la violenza sulle donne. "Solidarietà a Palazzo Ducale, dove questa mattina gli attivisti del movimento Bruciamo Tutto hanno coperto con dei teli neri alcune opere all’interno della mostra di Artemisia Gentileschi e imbrattato pavimenti e pareti - ha scritto sul proprio profilo Facebook - un modo di esprimere il dissenso che condanniamo fermamente: l’arte non va censurata, anche se una mostra non ci piace.
Non è certamente con questi gesti che si combatte la violenza sulle donne. Un’opera e il luogo che la ospita non sono un tiro a segno ma rappresentano il lavoro, i sacrifici e l’impegno di tante persone a Palazzo Ducale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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