"Mascherine? Non siamo nel 2021". Bassetti contro il Giro d'Italia

La decisione della direzione del Giro d'Italia di disporre (in alcuni frangenti) l'obbligo di mascherina per i ciclisti non è piaciuta a Matteo Bassetti. E l'infettivologo non ha risparmiato dure critiche all'organizzazione della corsa (non senza un velo di sarcasmo)

Un primo piano di Matteo Bassetti
Un primo piano di Matteo Bassetti
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"Mascherine al Giro d’Italia? Sembra il 2021, ma siamo nel 2023. Situazione da dilettanti e una pessima immagine dell’Italia come di un Paese in confusione". Questo il pensiero di Matteo Bassetti, che dalla sua pagina Facebook non ha risparmiato un duro attacco ai vertici del Giro d'Italia. Il motivo? La decisione dell'organizzazione del Giro di reintrodurre l'obbligo di indossare la mascherina nelle aree in cui i ciclisti entrano in contatto con le altre persone. Del resto, l'edizione ancora in corso della kermesse ciclistica ha perso proprio nei giorni scorsi il belga Remco Evenepoel, ritiratosi da maglia rosa a causa della positività al Coronavirus. E proprio stamani lo hanno seguito per il medesimo motivo anche i compagni di squadra Mattia Cattaneo, Jan Hirt, Josef Cerny e Louis Vervaeke.

"Ora il Covid fa più paura ai ciclisti che ai medici"

Il Giro sta quindi perdendo corridori, anche se l'organizzazione ha assicurato di non aver imposto alcun protocollo di tipo sanitario e di aver lasciato l'ultima parola in termini di eventuali ritiri (a positività acclarata) alle singole squadre. Ma l'infettivologo genovese ha puntato il dito contro quella che ritiene una pessima gestione della situazione da parte della direzione del Giro, ricordando tra l'altro come l'OMS abbia decretato di recente la fine dell'emergenza pandemica. "Sembra che il Covid del 2023 faccia più paura ai ciclisti che non ai medici. Torna infatti l’obbligo di mascherina al Giro d’Italia - il suo pensiero, espresso sui social network - ormai in Italia non è più un dispositivo di protezione individuale, ma un mezzo di protezione degli organizzatori di competizioni sportive. Niente. Non si riesce a tornare alla normalità. Povera Italia". La decisione degli organizzatori è in buona sostanza apparsa anacronistica e poco utile agli occhi di Bassetti, il quale ha poi rincarato la dose: un ciclista positivo al virus, se asintomatico e fisicamente in ottime condizioni, dovrebbe comunque avere la possibilità di correre.

Il sarcasmo di Bassetti

L'unica precauzione suggerita dal direttore della clinica di malattie infettive dell'Ospedale San Martino di Genova riguarda eventualmente la cerimonia di premiazione alla fine delle varie tappe: nel caso in cui sul podio salisse un atleta contagiato, basterebbe fargli indossare la mascherina per ridurre il rischio di contagio. Le ultime disposizioni entrate in vigore durante la corsa rischiano invece, sempre secondo Bassetti, di generare ulteriore caos. E l'infettivologo non è riuscito a risparmiare una "stoccata" sarcastica agli organizzatori del Giro.

"Consiglierei alla direzione del Giro d’Italia di istituire l’obbligo delle mascherine per i corridori, quando transitano nelle gallerie - le sue parole, non prive di ironia - è un luogo chiuso. Potrebbe esserci rischio Covid".

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