La stazione Centrale è sempre stata una sorta di calamita per sbandati, così come lo sono un po' tutte le stazioni del mondo. Ma quanto sta accadendo a Milano ha pochi eguali nel mondo civile, perché il principale scalo ferroviario cittadino è diventato una terra di nessuno. Ormai, è una zona franca della criminalità dove si incontrano quotidianamente tutti gli invisibili, quelli che non hanno ormai nulla da perdere e che, per questo motivo, rappresentano anche un pericolo per la sicurezza. Alberto Sinigaglia, milanese e presidente della fondazione Arca che si occupa di assistere i bisognosi ha rilevato che "l'aumento dei senza dimora dopo la pandemia è stato del 20%. Le cause sono tante: sfratti, povertà, la forbice sociale che si allarga a Milano".
Il caso della stazione Centrale va sicuramente analizzato ed è necessario che si intervenga per riportare la legalità ma non è sicuramente il buonismo che ripristinare lo Stato in questo fazzoletto di Milano. Pochi giorni fa, una ragazza è stata barbaramente stuprata più e più volte da un marocchino senza fissa dimora di 26 anni, Fadil Monir, che è stato arrestato poche ore dopo mentre dormiva poco distante, completamente disinteressato alle conseguenze della violenza appena compiuta. Sinigaglia, come riferisce l'agenzia Agi, dice di non voler né condannare né giustificare ma "certamente chi compie un atto del genere deve essere disperato e spesso la droga e l'alcol tolgono le protezioni alla mente soprattutto a chi è molto giovane e ha forti impulsi sessuali".
Parole che hanno un peso e che diventano l'ennesimo schiaffo per tutte quelle donne che ogni giorno devono avere paura di attraversare la stazione Centrale, soprattutto nelle ore serali, per timore di essere aggredite da uno dei tanti delinquenti che affollano la stazione. Non possono esistere attenuanti a quanto commesso da Monir e ci si chiede come si possa non condannare uno stupro, qualunque sia il background della persona che l'ha compiuto.
Secondo Sinigaglia, tra le ragioni che potrebbero avere esacerbato la situazione, cita la chiusura del centro diurno Exodus vicino alla stazione e chiuso da poco "dove chi si aggirava in zona stazione poteva prendere un caffè, fermarsi. Oltre a più telecamere e strumenti per garantire la sicurezza, ci vorrebbero più presidi di questo tipo". Inoltre, riferisce come il problema sia che la piazza è diventata uno dei principali centri di spaccio, dove trovare qualunque tipo di droga a ogni ora del giorno e della notte.
Ma non si mette in evidenza che tra gli spacciatori ci sono gli stessi irregolari, che proprio per la mancanza di un piano di gestione da parte del Comune, che pratica l'accoglienza indiscriminata, diventano manodopera a buon mercato per la criminalità locale. Servono leggi e norme, non il buonismo di che tenta di trovare spiegazioni psicologiche dietro una barbara aggressione sessuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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