Un esercito di terracotta schierato a Malpensa per parlare di pace

L'installazione "Extinction" dell'artista Max Papeschi allestita alla "Porta di Milano" nel Terminal 1 dello scalo fino all'11 aprile: 54 statue con il corpo dei guerrieri di Xi'an e le teste di nani da giardino, scoperti da una razza aliena, come monito contro il rischio di estinzione dell'umanità e l'impoverimento culturale

Un esercito di terracotta schierato a Malpensa per parlare di pace
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Un “esercito” di terracotta è schierato alla Porta Magica del Terminal 1 nell'aeroporto di Milano Malpensa non per scatenare una guerra ma lanciare un monito contro la guerra perché, per citare Karl kraus, “quando il sole della cultura è basso all’orizzonte, i nani hanno l’aspetto dei giganti”. Si tratta di Extinction, l’ultimo lavoro dell'artista Max Papeschi: 54 sculture in terracotta e un video rielaborato dall’intelligenza artificiale, che raccontano in forma parodistica il tema dei conflitti e dell’impoverimento culturale e che passeggeri e visitatori in transito dallo scalo intercontinentale possono ammirare fino all’11 aprile.

Extinction - Chapter one è il primo di tre capitoli pensati come reperto archeologico portato alla luce da una razza aliena arrivata proprio in un aeroporto, “luogo non luogo” per eccellenza, spazio privo di identità che però è intriso di relazioni e storie, incrocio tra passato, presente e futuro dove migliaia di persone si incontrano in modo estemporaneo. Così Max Papeschi, in tempi di grandi conflitti lancia un monito e invita a riflettere sul tema dell’estinzione della razza umana.
Il progetto, realizzato con la collaborazione di Flavia Vago, AIIO, Michele Ronchetti e Fabrizio Campanelli e la consulenza speciale di Gianluca Marziani è prodotto e organizzato da Arteventi in collaborazione con Sea, Aeroporti di Milano, supportato e promosso da MI HUB Agency e ArT.

Presentato lo scorso anno alla Fondazione Stelline, l'’installazione “Zwergen Dämmerung“, letteralmente “il crepuscolo dei nani”, è un fermo immagine di questo momento storico, basato su due temi: la minaccia della guerra e l’impoverimento della cultura. I corpi sono quelli dei guerrieri di terracotta di Xi'an, le teste sono di banali nani da giardino. Il fatto che il primo ritrovamento della civiltà aliena sia un esercito, è emblematico e ci racconta di una civiltà in perenne conflitto. Gli eventi attuali, oltre a confutare Fukuyama e la sua idea di fine della Storia, proiettano l’ombra lunga del fantasma della terza guerra mondiale sul nostro pianeta. Queste antitetiche cariatidi, in cui si mescolano irrimediabilmente “alto” e “basso”, ci ricordano anche un altro tipo di distruzione, quella legata all’impoverimento culturale.

Mostra Extinction-Max Papeschi

“Lanciare questo invito proprio dall’aeroporto di Milano Malpensa, una frontiera moderna che elimina la linea di confine tra luoghi, identità, storie e relazioni, renderà questo messaggio decisamente più forte e universale - spiega la curatrice Stefania Morici -. Desideriamo far attraversare la Porta Magica facendola vivere in maniera autonoma, con occhio personale, per riappropriarci di concetti e valori più alti che ci aiutino a superare qualsiasi barriera e ostacolo, stimolandoci a riflettere su tutti gli errori e ipocrisie della nostra società”.
“Il nostro intento - aggiunge - è quello di diffondere il più possibile, attraverso l’arte, la cultura della pace e il rispetto dei diritti umani. E la guerra è senza dubbio la più assurda, aberrante, intollerabile violazione dei diritti umani. Extinction, chapter one affronta il tema dell’estinzione della razza umana, dei rischi reali evidenziando i paradossi e la complessità del nostro vivere, punti deboli delle società moderne. Un incubo collettivo dal quale Papeschi ci esorta a uscire e ribellarci, mettendoci davanti a scenari futuri come conseguenza di quelli attuali, lanciando un monito sul nostro avvenire”.

“L’arte, la sperimentazione di nuovi linguaggi e i new media sono tutti elementi caratterizzanti questo progetto e per questo abbiamo deciso di supportarlo e promuoverlo con MI HUB, nuova Officina Creativa che sviluppa percorsi strategici di comunicazione attraverso l’innovazione tecnolo-gica e la contaminazione con forme di creatività differenti - sottolinea Massimo Pozzi Chiesa, general manager di MI HUB AGENCY. Per noi è una grande sfida lavorare insieme a Max Papeschi e Stefania Morici a un progetto tanto ambizioso, quanto potente per il messaggio che vuole veicolare e che abbiamo anche nel nostro Dna”.

Max Papeschi (Milano, 1970) approda nel mondo dell’arte contemporanea alla fine del 2008, dopo un’esperienza da autore e registateatrale, televisivo e cinematografico. Ha realizzato oltre sessanta mostre personali e partecipato a un centinaio di mostre collettive in giro per tutto il mondo. Nel 2014 è uscita in Italia la sua autobiografia Vendere Svastiche e Vivere Felici, edita da Sperling & Kupfer (Gruppo Mondadori).

Ad aprile 2016 ha inaugurato a Milano il progetto culturale-umanitario Welcome to North Korea, il cui tour mondiale è tuttora attivo - realizzato in collaborazione con Amnesty International -, che unisce arte digitale, performance e installazioni in un’operazione multimediale che, attraverso una fittizia e parodistica propaganda di regime, svela gli orrori perpetuati dal dittatore Kim Jong Un (www.maxpapeschi.com).

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