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Forte esplosione allo stabilimento “Sabino Esplodenti” di Casalbordino, in provincia di Chieti. Almeno tre vittime ed alcuni feriti. Gli operai che hanno perso la vita lavoravano da tempo presso l'azienda specializzata in delimitarizzazioni di munizioni ed esplosivi oltre che di smaltimento di polvere da sparo. La prefettura di Chieti ha convocato il Centro coordinamento soccorsi (Css). Delle tre persone morte, una è originaria proprio di Casalbordino, l'altra di Lanciano (Chieti) e la terza di Campobasso.
Il titolare dell'azienda, Gianluca Salvatore, si è messo subito in viaggio da Roma, dove si trovava in questi giorni, per raggiungere il luogo del disastro. Lo storico avvocato del proprietario, Salvatore Augusto La Morgia, ha detto che l'imprenditore si sente sconcertato per quanto accaduto e che non riesce a farsene una ragione, anche alla luce delle precauzioni severissime prese a seguito della tragedia avvenuta nel dicembre 2020. Quella volta a causa di un'esplosione persero la vita tre operai, tutti originari della provincia di Chieti: Carlo Spinelli, 54 anni di Casalbordino; Paolo Pepe, 45 anni di Pollutri; Nicola Colameo, 46 anni di Guilmi. Lo scoppio fu determinato da una scatola contenente razzi di segnalazioni per le imbarcazioni che le vittime avevano tentato di spostare. Sott'inchiesta finirono il rappresentante legale e due dirigenti dell'azienda. Il titolare fu condannatoa risarcire le famiglie delle tre vittime.
Sorta nel 1972 la fabbrica all'inizio produceva esplosivi per uso civile, in seguito iniziò ad occuparsi di demilitarizzazione con proiettili di piccolo calibro, facendo poi di questo la sua principale attività su tutti i tipi di munizionamento, comprese bombe di aereo, razzi, mine etc., recuperando i materiali per riutilizzarli in campo civile.
Il Presidente della Regione, Marco Marsilio, ha espresso il suo cordoglio: "Ho appreso con grande dolore la tragica notizia dell'incidente che è avvenuto a Casalbordino, dove sono decedute almeno tre persone e diversi sono i feriti. Sono vicino alle famiglie di tutte le persone coinvolte e rimango in attesa di capire le cause che hanno provocato l'esplosione. A nome personale dell'intera giunta regionale porgo le condoglianze per le tre vittime".
"Siamo vicini alle famiglie dei tre lavoratori e chiediamo che si faccia rapidamente luce sulla dinamica di questa terribile sciagura, che colpisce tutti noi", dichiara Giovanni Notaro, segretario generale della Cisl Abruzzo Molise. "Dall'inizio dell'anno stiamo registrando in Abruzzo una pericolosa impennata degli incidenti, con troppi casi mortali. È ora di dire basta alle tragedie sul lavoro e dobbiamo fare un ulteriore sforzo sul fronte della sicurezza, per garantire e tutelare i lavoratori. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha denunciato che non stiamo facendo abbastanza per evitare morti sul lavoro: servono più controlli, ispettori, informazione e formazione, investimenti nella prevenzione. È un'emergenza sociale del Paese e dell'Abruzzo a cui, responsabilmente, dobbiamo dare risposte alle famiglie perché 'lavorare non è morire' e le vittime di oggi ci dimostrano che il problema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non è solo una questione legislativa, ma culturale ed economica".
Il caso di oggi è l'ultimo di una lunga serie di incidenti avvenuti in luoghi di lavoro in Abruzzo a causa di materiale con elevato potenziale esplosivo.
L'episodio più recente risale a febbraio di quest'anno e riguarda l’azienda "Fireworks di Caprifico", ditta che si occupa della produzione di fuochi d’artificio in provincia di Teramo, dove ha perso la vita, a 62 anni, l’operaio Dino Trignani mentre stava provando della polvere pirica nel campo di test. A seguito dell’accaduto, il prefetto di Teramo ha predisposto la sospensione dell’attività aziendale poiché sulla base dei controlli ispettivi sembrava che ci fossero delle carenze in termini di tutela e sicurezza sul lavoro.
Se si torna indietro negli anni, nel biennio 2013-2014, altri due gravi incidenti hanno avuto luogo nel medesimo territorio.
Uno è avvenuto in provincia di Pescara dove saltò in aria un'intera fabbrica di fuochi d'artificio a conduzione familiare, con la morte di tre persone e il ferimento di 4 vigili del fuoco. L'altro in provincia di L'Aquila in cui morirono tre persone di cui una era il figlio del titolare dell'azienda e le altre due dipendenti.
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