Falò nella notte dell’Immacolata a Castellammare: così la camorra sfida lo Stato

A nulla sono serviti i blitz di carabinieri e polizia che, nei giorni precedenti, avevano sequestrato tonnellate di legna a Castellammare di Stabia per evitare le azioni dimostrative dei clan

Falò nella notte dell’Immacolata a Castellammare: così la camorra sfida lo Stato

La sfida della camorra contro lo Stato a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, va in scena ogni anno nella notte dell’Immacolata. Puntuale, dopo la mezzanotte, sono stati incendiati i falò con i soliti pizzini. Questa volta i clan hanno scelto una stella a cinque punte per affermare la loro supremazia nel territorio e hanno filmato i vari eventi che poi hanno fatto il giro sei social media. Non hanno fatto a tempo a evitare l’accensione le forze dell’ordine, arrivate un attimo dopo, ma l’intervento è servito a disperdere i tanti ragazzini impegnati nell’azione intrapresa dalla criminalità organizzata.

Quello del cartello D’Alessandro è stato solo il primo dei tanti falò accesi in città l’8 dicembre. A due chilometri di distanza, come riporta il quotidiano la Repubblica, il messaggio della camorra, fatto veicolare attraverso il fuoco, era rivolto a tre ragazzi appartenenti ai clan morti in incidenti stradali. Per gli stessi giovani, un anno fa, era stato costruito un altarino fatto successivamente demolire dalla prefettura di Napoli. Nonostante il divieto di accensione di falò da parte di privati ordinato dal commissario straordinario che amministra la città di Castellammare di Stabia, le fiamme si sono alzate alte al cielo in diversi quartieri.

Come una gara tra clan, per tutta la notte sono stati accesi falò di diverse dimensioni. A nulla sono serviti i blitz di carabinieri e polizia che, nei giorni precedenti, avevano sequestrato tonnellate di legna per evitare le azioni dimostrative della camorra.

Numerosi ragazzi incappucciati, per evitare di essere ripresi dalle telecamere di sorveglianza, hanno dato fuoco ai loro manufatti. Adesso i malavitosi sono più attenti, poiché quattro anni fa dopo i falò ci furono alcuni arresti. Allora tra i responsabili fu individuato anche il figlio di un noto boss locale.

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