"Fatto gravissimo": chi c’è dietro l’acqua verde del Canal Grande

Prime ipotesi, non confermate, su chi potrebbe essere stato il protagonista dell'acqua verde fluorescente nel Canal Grande. "Tutelare la bellezza della città"

"Fatto gravissimo": chi c’è dietro l’acqua verde del Canal Grande
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Dopo oltre 24 ore continua a tenere banco il mistero dell'acqua fluorescente sul Canal Grande, a Venezia: come abbiamo visto sul Giornale.it l'insolita colorazione verde ha lasciato di stucco i turisti ma anche gli stessi abitanti non abituati a un fenomeno del genere. Se è vero che gli ambientalisti, inizialmente indiziati numeri uno, non hanno rivendicato il gesto, l'unica cosa certa in base agli esami su alcuni campioni è che si tratta di tracciante, un liquido utilizzato generalmente dagli idraulici per scoprire se c'è una perdita. Nelle ultime ore, però, grazie anche al lavoro richiesto dal prefetto del capoluogo, Nicola di Bari, è stata formulata una nuova ipotesi.

Di chi è la colpa

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la colpa sarebbe tutta di una sola persona, un operaio definito in maniera eufemistica "maldestro" che avrebbe provocato la colorazione verde fluorescente dell'acqua: secondo una prima e ancora sommaria ricostruzione, infatti, non si sarebbe regolato con l'uso della fluoresceina, un composto organico e un colorante che, probabilmente in polvere, a contatto con l'acqua emette quel colore caratteristico che tutti noi abbiamo visto. Nel caso del Canal Grande, però, ne è stata riversata una quantità così grande ed eccessiva da causare la problematica.

"Fatto gravissimo"

Sull'episodio indagano le forze dell'ordine e, questa mattina, il prefetto di Bari ha approvato un nuovo dispositivo in grado di rafforzare i controlli sulle aree principali della laguna veneta come Rialto. "Se ci sia qualcuno dietro a questa azione è un'opzione che continua ad aggrovigliare la mente di chi da ieri sta lavorando su questo caso" ha dichiarato il prefetto. "Dobbiamo tutelare la bellezza della città. Quanto successo è un fatto grave, anzi gravissimo, perché potrebbe essere emulato. Sappiamo che quello che succede a Venezia fa sempre scalpore ed è per questo che abbiamo predisposto un dispositivo nuovo che ci permetta di monitorare ancora di più alcuni punti centrali della città".

Intanto sono passate al vaglio della polizia locale tutte le telecamere di accesso al Canal Grande e non solo per poter scovare anche un indizio che sia utile per risalire all'eventuale operaio o scoprire nuove ipotesi. Repubblica ricorda che, non trattandosi di un tracciante tossico o dannoso per l'ambiente non sussistono gli estremi per la denuncia di reato ambientale.

Cosa accadde in passato

Quanto accaduto nella giornata di ieri ha fatto tornare alla memoria dei più adulti la clamorosa performance non autorizzata dell'artista e architetto argentino Nicolás García Uriburu (1937-2016) che nel 1968, durante la Biennale d'Arte, si fece protagonista del primo

blitz artistico-ambientalista colorando di verde le acque del Canal Grande con alcuni secchi pieni di quella che si chiama "fluoresceina sodica" il cui composto rese fluorescenti i microrganismi che si trovavano sott'acqua.

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