
Dopo le università, i Consigli comunali. Centri sociali e militanti della causa anti-israeliana oggi pomeriggio hanno fatto irruzione nella sala del Comune di Ferrara, interrompendo il Consiglio con slogan, urla e agitando bandiere.
Le immagini di quanto accaduto le ha diffuse il sindaco in persona, Alan Fabbri, che ha tenuto testa con orgoglio agli autori del blitz, cacciandoli dalla sala, con la Polizia locale, e poi spiegando la sua posizione, tesa soprattutto a difendere la sacralità istituzionale dell’assemblea cittadina. Erano circa una trentina i rappresentanti del mondo pro-Pal che sono entrati nell’aula consiliare per impedire i normali lavori all’ordine del giorno, insultando e gridando. «Questa è la moderazione di chi vuole insegnare agli altri i valori della democrazia e della pace», è stato il commento a caldo di Fabbri.
Il blitz è avvenuto nel momento in cui dibattito si stava dedicando alle mozioni relative alla situazione in Medio Oriente. I militanti, seduti in platea, hanno interrotto gli interventi esibendo le bandiere palestinesi e gridando «Vergogna! Vergogna!». Verosimilmente, era lo stesso gruppo che aveva già aggredito verbalmente il primo cittadino durante il suo passaggio in piazza Savonarola a settembre. E Fabbri, alzandosi, ha affrontato con piglio i contestatori, e li ha redarguiti, difendendo proprio la prerogative del Consiglio.
Appartiene, il primo cittadino, a un partito (la Lega) che è noto per le posizioni filo-Israele del suo leader, ma è soprattutto l’attacco all’istituzione che il sindaco ha voluto stigmatizzare. «Lo trovo un fatto vergognoso - ha spiegato - I primi a non rispettare i valori democratici di questo Paese, come lo è l'assise di una seduta in Consiglio Comunale, (sono proprio coloro che si professano difensori dei valori di democrazia e di pace globale». La seduta è stata inevitabilmente sospesa ma mediaticamente gli autonomi non ne sono usciti bene.
«Forse - ha scritto in serata Fabbri sulla pagina - mi sono agitato un po' troppo oggi, dopo l'attacco alla democrazia perpetrato in Consiglio Comunale dai soliti facinorosi che mi avevano già aggredito in piazza Savonarola a fine settembre. Arrabbiarsi è umano, e io non sono un personaggio costruito che deve fingere di essere diverso da ciò che è. Ma vi assicuro che, quando mi arrabbio, lo faccio per un motivo valido. Non sono questi i modi e i termini per affrontare una questione così delicata, su cui maggioranza e opposizione cercavano di trovare una soluzione condivisa, che va ben oltre il nostro Comune».
Il sindaco ha colto poi una contraddizione dei suoi contestatori: «Nei paesi che questa gente difende - ha detto - tali atteggiamenti sarebbero costati molto cari, altro che un semplice allontanamento.
Sono stanco di essere attaccato ingiustamente, sono stanco di sentirmi dire che nelle mie mani scorre il sangue di bambini innocenti. Ricordatevi che a Ferrara nessuno può permettersi di interrompere un'assemblea democratica, eletta dai cittadini con libere elezioni, cosa che in quei paesi che difendete non esiste e probabilmente non esisterà mai».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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