Finte nozze tra Pamela Prati e Mark Caltagirone: al via il processo

Prima udienza al tribunale monocratico di Roma del procedimento a carico di Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, ex manager della Prati, accusate di sostituzione di persona

Finte nozze tra Pamela Prati e Mark Caltagirone: al via il processo

Storia d’amore falsa, processo vero. Ieri al tribunale monocratico di Roma si è svolta la prima udienza del processo a Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, entrambe ex agenti dell’attrice Pamela Prati imputate per sostituzione di persona per aver creato a tavolino la figura dell’ormai noto Mark Caltagirone per scopi pubblicitari.

"In concorso tra loro, al fine di avvalorare la falsa notizia di un matrimonio imminente tra la nota soubrette Pamela Prati e un fantomatico Mark Caltagirone e, di conseguenza, di promuovere, quali agenti della Prati la sua partecipazione a spettacoli e trasmissioni televisive e la sua presenza su giornali e rotocalchi, sostituivano a più riprese la persona di Marco Di Carlo a quella di Mark Caltagirone, personaggio di fantasia appositamente creato, utilizzando ripetutamente per rappresentare le sembianze di Caltagirone, immagini di Di Carlo", si legge nel capo di imputazione riportato dal Messaggero.

Non solo. Perché per rendere più credibile la love story le due agenti avrebbero utilizzato anche l'immagine di un bambino. E questo a insaputa dei suoi veri genitori. Sempre secondo l'accusa della Procura capitolina, la Perricciolo e la Michelazzo "sostituivano a più riprese la persona del minore Simone N. a quella di un ipotetico figlio del fantomatico Mark Caltagirone a nome Sebastian, utilizzando ripetutamente, per rappresentare le sembianze di Sebastian, immagini e video del piccolo Simone".

Il legale della Perricciolo, racconta ancora il quotidiano, ha presentato una richiesta di messa alla prova per la sue assistita. L'imputata è disponibile ad effettuare lavori socialmente utili prestando servizio presso la "Croce Verde" di Fermo. Al momento, però, questa soluzione non è certa: il pm si è opposto e il giudice si è riservato sulla decisione che potrebbe arrivare a settembre quando è prevista la nuova udienza.

La storia d’amore tra la Prati e Caltagirone inizia nel 2018, come ricorda Open, quando all’attrice viene presentato il personaggio dalle due agenti. Nel dicembre di quell’anno la soubrette annuncia di essere pronta a sposarsi. Qualcosa, però, non quadra. Da quel momento, infatti, nascono i primi dubbi sulla reale esistenza dell’imprenditore che, in più, avrebbe anche un figlio in affido di nome Sebastian. La svolta avviene nel maggio 2019 quando la Prati ammette di essere stata vittima di un romance scam dalle agenti che avrebbero messo in piedi la storia.

Ma se Mark Caltagirone non esiste, esiste la persona che senza saperlo e senza volerlo ha "fornito" il suo volto all’immaginario personaggio. Si tratta di Mario Di Carlo, un 49enne milanese titolare di M Group srl, società di media marketing e management attiva nel mondo dello spettacolo. Come ricorda ancora il Messaggero, lo stesso Di Carlo aveva presentato una denuncia il 30 maggio del 2019 perché aveva capito che, suo malgrado, era stato coinvolto in una vicenda a lui sconosciuta. Cinque giorni prima di questa data l’uomo era stato contattato da Umberto Brindani, direttore del settimanale "Oggi", e da Cristina Nutrizio, autrice del programma "Live" di Barbara D'Urso. "Mi comunicavano di avere in mano la fotografia mostrata nella trasmissione "Verissimo" (andata in onda l'11 maggio 2019) dalla signora Pamela Prati alla conduttrice del programma. Silvia Toffanin, dove il soggetto spacciato per tale Mark Caltagirone, ero io, ritratto in auto con mia figlia più piccola in un selfie che avevo fatto e postato per la festa del papà", ha spiegato l’imprenditore aggiungendo di aver conosciuto "anni addietro la signora Prati, ma non l'avevo mai frequentata".

Una storia che non è piaciuta a Di Carlo. L'imprenditore ha affermato che "il tutto è avvenuto scientemente per dare un volto al presunto promesso marito della signora Prati. A fronte del guadagno e della visibilità mediatica ricevuta dalle due agenti, vi è il danno che ho subito: leso nella mia privacy ed esposto ai media al culmine finale della triste vicenda, come il fantomatico Mark Caltagirone".

Il bambino

La storia non finisce qui. Anzi, si arricchisce anche di un’altra denuncia. Questa volta a rivolgersi alla legge nel giugno del 2019 sono i genitori del piccolo Simone, il bambino fatto passare per il figlio del promesso sposo dell’attrice. "Abbiamo scoperto che quello che credevamo fosse il copione di una fiction in realtà altro non fosse se non il materiale utilizzato per creare il finto bambino in affido nel caso della signora Pamela Prati e del suo fidanzato Mark Caltagirone", hanno dichiarato i genitori del piccino.

La mamma ha aggiunto ulteriori particolari. Ha spiegato, ad esempio, di aver conosciuto le due agenti nel 2012 perché clienti del parrucchiere dove lei lavorava. La donna ha anche raccontato quando ha iniziato ad avere sospetti: "Mentre guardavo una puntata di un programma condotto dalla signora D'Urso sentivo della vicenda della signora Prati e di questi due bambini affidati al suo fidanzato".

A quel punto la mamma di Simone ha deciso di agire: "Sorpresa per le correlazioni tra il copione dato da una delle agenti a mio figlio, chiedevo alla Perricciolo, tramite un messaggio Whatsapp, se mio figlio c'entrasse qualcosa con la vicenda Prati. Lei diceva di no". La realtà, invece, pare essere diversa.

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