"Quello di Israele è genocidio". Terremoto all'Anpi: si dimette il presidente milanese

In disaccordo con l'associazione nazionale, Roberto Cenati ha preferito abbandonare il ruolo che ricopriva dal 2011

"Quello di Israele è genocidio". Terremoto all'Anpi: si dimette il presidente milanese
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Quel termine, "genocidio", utilizzato per definire l'azione militare condotta dall'esercito israeliano nella striscia di Gaza e i numerosi morti tra la pololazione civile proprio non gli andava giù, a tal punto da preferire rassegnare le proprie dimissioni per le reazioni alle sue parole e per il fatto di essere entrato in contrasto con l'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi).

Roberto Cenati, leader dell'Anpi di Milano dal 2011, ha preferito dire basta e abbandonare il ruolo che ricopriva da ormai 12 anni. L'uso della parola "genocidio" per definire la reazione israeliana dopo l'aggressione di Hamas dello scorso 7 ottobre aveva creato fin da subito dei dissapori interni alla stessa Anpi. Dissapori di cui si era fatto portavoce in un certo senso proprio Roberto Cenati, che non ha fatto nulla per mascherare il proprio disappunto con dichiarazioni non equivocabili.

"Il governo di estrema destra di Netanyahu, dopo l'ignobile attacco di Hamas, ha fatto un bagno di sangue uccidendo tantissime persone, tra cui bambini e donne", spiega l'ex leader dell'Anpi di Milano,"ma il termine 'genocidio' va usato con delicatezza perché è lo sterminio programmato scientificamente di una popolazione".

Male avrebbe fatto quindi l'Associazione nazionale partigiani d'Italia a far ricorso a quella parola, secondo il 71enne milanese Roberto Cenati, iscritto all'Anpi dal lontano 1997."Non discuto che la reazione di Israele sia esagerata ed eccessiva e abbia provocato migliaia di morti", considera, "ma, ripeto, non è un genocidio". Insomma nessuna possibilità di apertura, anzi, dato che arrivano le dimissioni irrevocabili da parte di Cenati, che ci tiene a precisare ulteriormente il perché dell'ostilità nei confronti della parola usata dai vertici dell'associazione. "L'Anpi nazionale ha usato questo termine estrapolandolo dall'istruttoria portata avanti dal Tribunale internazionale dell'Aja. Ma appunto si tratta di una istruttoria e non si è ancora giunti a una sentenza", prosegue l'ex presidente.

Men che meno, nonostante i numerosi morti tra la popolazione civile, Anpi Milano ha mai preso neppure in considerazione l'idea di prendere parte a manifestazioni in cui si criticava Israele per la sua condotta bellica. "Non abbiamo mai partecipato a queste iniziative, perché non condividiamo le loro posizioni". Ciò nonostante, in tanti all'interno di Anpi hanno voluto partecipare ad alcuni di questi eventi: "Questo però non ha impedito che iscritti ad alcune sezioni vi abbiano in qualche caso preso parte", ammette.

"Sono necessari un immediato cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi", spiega

Cenati, che si dice favorevole alla soluzione di creare uno stato Palestinese. "Ma Hamas", ci tiene ad aggiungere in conclusione, "vuole invece la distruzione di Israele e l'eliminazione degli ebrei".

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