"Agito per scopo superiore", così il giudice ha concesso l'attenuante a Ultima Generazione

Il giudice Simona Siena ha deciso di concedere l'attenuante agli attivisti di Ultima Generazione che lo scorso 2 novembre avevano bloccato la tangenziale a Bologna; ecco le sue motivazioni

 "Agito per scopo superiore", così il giudice ha concesso l'attenuante a Ultima Generazione
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Avevano bloccato la tangenziale di Bologna, incollandosi anche all'asfalto, per mettere in scena la loro protesta pro-clima: per gli attivisti di Ultima Generazione è però arrivata l'attenuante del giudice Simona Siena.

Le ragioni dell'attenuante

I fatti risalgono allo scorso 2 novembre e per quell'episodio sono finiti a processo tre attivisti di Ultima Generazione. I tre sono stati condannati a 6 mesi per violenza privata e interruzione di pubblico servizio, ma il giudice Simona Siena ha deciso di condere loro l'attenuante della pena sospesa, in quanto, come si legge nelle sue motivazioni riportate da Tgcom24, i manifestanti agirono "non certo per soddisfare un interesse personale ed egoistico, ma per uno scopo superiore, nobile e altruistico, ovvero la tutela dell'ambiente". "Le condotte criminose, infatti, sono rappresentate da una forma di protesta, pur penalmente illecita, volta a sensibilizzare l'opinione pubblica e i soggetti istituzionali sulle conseguenze dell'inerzia di fronte al cambiamento climatico e sull'ingiusta minaccia alle libertà future che pesa sulle prossime generazioni", chiarisce ancora il giudice nel motivare la sua sentenza.

Insomma, il fatto di aver agito per "scopo nobile" ha permesso ai tre attivisti di Ultima Generazione di poter contare su un'attenuante.

Secondo il giudice Siena è indubbio che l'ambiente, considerato un valore primario, detenga un elevato valore sociale. Si tratta infatti di una tematica molto cara alla comunità. Allo stesso modo è importante parlare di argomenti cruciali come quello del surriscaldamento globale. "Il crescente processo di sensibilizzazione e regolamentazione della materia è accompagnato da accorati appelli da parte delle più alte e autorevoli personalità, istituzionali, anche sovranazionali, e religiose", continua. Per questa ragione, precisa il giudice, le azioni degli attivisti non hanno "assunto connotati di gravità o di violenza eccessivi rispetto al fine dichiaratamente perseguito" . Da qui il riconoscimento dell'attenuante, che non si riferisce però alla condotta.

I tre attivisti erano stati ritenuti colpevoli di violenza privata perché responsabili di aver costretto diverse persone a stare ferme sulla strada bloccata, e di interruzione di pubblico servizio, dal momento che a restare bloccati non furono soltanto i comuni automobilisti, ma anche mezzi pubblici, agenti di polizia e furgoni adibiti al trasporto di farmaci.

I fatti del 2 novembre

Nella mattina del 2 novembre alcuni attivisti di Ultima Generazione misero in atto la loro potesta piazzandosi al centro della tangenziale, fra Bologna Fiera e via Stalingrado, e bloccando di fatto il traffico.

I manifestanti esposero il solito striscione sul "Fondo di riparazione", e arrivarono addirittura ad incollarsi la mani all'asfalto.

Tanti i disagi provocati in quel tratto di strada, con diversi automobilisti furiosi. Gli animi si surriscaldarono in fretta e qualcuno protestò, affermando di aver bisogno di recarsi in ospedale per una visita.

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