"Per i fragili inclusione e più servizi a domicilio"

Per il nuovo assessore a Famiglia e Disabilità di Regione Lombardia, Elena Lucchini, "il futuro è socio-sanitario. Ad esempio con le 'case di comunità' che sono aperte a tutti"

"Per i fragili inclusione e più servizi a domicilio"

Elena Lucchini da neanche un mese è il nuovo assessore in Regione alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità. Quattro ambiti enormi, ma che in realtà sono «solo» la sintesi delle materie che fanno capo al suo assessorato. E vale la pena elencarle tutte per capire in quanti mondi si muova: Politiche per la famiglia, Genitorialità, Fattore famiglia, Promozione della natalità, pari opportunità, Welfare aziendale, Tutela dei minori e contrasto al cyber bullismo, Conciliazione vita-lavoro, Politiche di inclusione, Fragilità sociale, Associazionismo, volontariato e terzo settore, Filiera 0-6 anni. 13 per l`esattezza. Lei, 38 anni, di Voghera ex deputata e capogruppo nella Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici.

Dalla cura del territorio alla territorialità dei servizi, è stato un attimo. Da quando l`11 novembre è subentrata ad Alessandra Locatelli, diventata ministro della Disabilità, ha individuato il filo rosso che lega i nuovi mondi. Un filo fatto di due parole: inclusività e prossimità dei servizi. Risultato: due leggi, una raffica di delibere, altre 9 in programma solo per questa settimana. Poco sonno e tanto studio, ma niente di troppo impegnativo per una come lei che a Montecitorio era tra i (pochi) deputati con il record di presenze.

«Conciliazione», per lei non è un termine astratto.
«In pochi giorni ho dovuto prendere velocemente in mano la situazione perché il mese di novembre è uno tra i più importanti per queste tematiche, con la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, quella per le persone con disabilità. E poi con l`evento "Lombardia 2030", in cui il presidente Fontana ha chiesto a ogni assessore di trattare un tema guardando alla Lombardia del futuro. Noi abbiamo pensato alla prossimità dei servizi, un tema che il governatore ha fatto proprio, portandolo all`attenzione del governo. È il focus su cui sta puntando molto la Regione. La presa in carico della persona, sia in ambito sanitario che sociale».

Elena Lucchini

La vera assistenza «sociosanitaria».
«È un`esigenza diventata più evidente dopo il Covid. Se ora sono le persona che si rivolgono al professionista, alla struttura, d`ora in poi il processo si dovrà invertire. Ci sarà chi prende in carico in toto la persona e su di lei verrà costruito un progetto per accompagnarla nel corso della sua vita».

Possiamo fare qualche esempio?
«In ambito sanitario nasceranno gli Ospedali di comunità e le Case di comunità che avranno lo scopo di intervenire proprio sui singoli. Saranno 218 in Lombardia, e ne abbiamo già inaugurate qualcuna. Unire l`ambito sociale e quello sanitario è il futuro. E poterli mettere finalmente insieme in un ottica di prossimità di servizi sul territorio per le famiglie, significa davvero rispondere a un`esigenza della gente».

Non più il cittadino che va dall`istituzione, ma sarà il contrario?
«La territorialità è importante. Dobbiamo investire molto di più in questo senso. Le "case di comunità" aiuteranno ad affrontare dai problemi più semplici, informazione, orientamento nella burocrazia, fino ad arrivare all`infermiere di comunità che andrà a domicilio, a casa degli anziani che spesso non sanno a chi rivolgersi e si sentono completamente abbandonati. Ovvio che vinceremo questa sfida se riusciremo a portare qui anche i medici di base perché li saranno convogliati tutti i servizi. Le case di comunità serviranno proprio a intersecare i due mondi, perché oggi sappiamo che le problematiche non finiscono solo nell`aspetto sanitario».

I punti di forza della Lombardia nel sociale?
«Senz`altro quello di essere molto a contatto con le associazioni del territorio, di aver costruito una rete rispetto alle esigenze delle persone più fragili. La Regione c`è sempre stata, con i finanziamenti, ma anche ascoltando le esigenze reali e quindi dando risposte capillari e concrete. L`obiettivo è di attuare il più possibile la prossimità dei servizi e rendere facile la vita alle persone fragili».

Per esempio?
«La scorsa settimana abbiamo approvato una delibera per l`avvio di un progetto pilota in Italia che prevede la coabitazione e la deistituzionalizzazione in favore delle persone con sindrome dello spettro autistico a basso funzionamento. Si tratta di uno stanziamento di 3,5 milioni di euro e per la prima volta si applica il Fondo unico di disabilità. E lo si fa per promuovere l`emancipazione in età adulta dai genitori e dalla famiglia».

In linea con il «Dopo di noi» della legge 112?
«Proprio così, è un progetto innovativo, un investimento rispetto a questi giovani ragazzi per renderli quanto più possibile autonomi e indipendenti. Ma non solo. In questo senso abbiamo approvato anche una legge importante...»

Quale?
«Quella che promuove il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all`inclusione sociale delle persone con disabilità. La Lombardia è la prima regione a farlo, abbiamo approvato anche la legge che riconosce la figura del cargiver familiare. Poi ci sono state delibere per la famiglia: abbiamo stanziato 4,2 milioni di euro per consolidare i centri per la famiglia, un progetto innovativo messo in atto nel 2019, con attività informative e di orientamento per le coppie o relative ai rapporti genitori-figli. L`idea è sostenere la famiglia anche in periodi critici della vita, come per le coppie separate».

In che modo?
«Abbiamo previsto uno stanziamento di 1,8 milioni di euro, per i genitori separati, in difficoltà per pagare l'affitto di casa. È un sostegno che arriva fino a 3.500 euro annui se l`affitto è a canone di mercato, 2500 se un canone calmierato».

In vista ci sono le elezioni regionali. Le sue sono tematiche su cui «lavorerà» anche Majorino.
«Mi auguro che la sua sia una posizione poco strumentale e più concreta su quello che possiamo fare per la Regione e per la nostra gente. Che non sia solo ideologica. Mi pare che lui sia partito un po` in questa direzione, lo trovo poco costruttivo e anche poco reale.

Per esempio per quanto riguarda la violenza sulle donne ho visto un suo comunicato in cui sparava contro la Regione. Invece mi pare che abbiano fatto tanto dando contributi importanti alle 27 reti antiviolenza, la collaborazione con loro è molto forte. Non lo dico io ma lo dicono le persone coinvolte».

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