Un uomo di colore fra le braccia della Madonna, completamente nudo, al posto del Cristo morente. Poi l'abbraccio con un migrante "liberato dal Cpr", manco fosse un carcere. Queste le immagini provocatorie che il parroco di Vicofaro, don Massimo Biancalani, ha pubblicato sulla propria pagina Facebook nelle ore immediatamente precedenti alla Pasqua.
Nel fotomontaggio, sotto la scritta "Sabato santo", campeggia una versione della Pietà che ricorda la celebra opera di Michelangelo. Solo che in braccio a Maria, invece di Gesù Cristo, figura un migrante. Un'azione evidentemente non priva di tratti provocatori, con la quale don Biancalani vuole a quanto pare accostare le sofferenze di Cristo a quelle dei migranti.
Stando a quanto fatto sapere da una rappresentante dei residenti dell'ormai celebre quartiere del Comune di Pistoia, il "parroco dei migranti" avrebbero inoltre celebrato una Via Crucis sui generis: le varie "stazioni" sarebbero state rappresentate infatti dai disegni realizzati da un migrante ospite dei locali della parrocchia, nel quale l'autore avrebbe ripercorso le tappe del suo arrivo in Italia. E ieri, sempre sui social, il sacerdote ha augurato buona Pasqua ai propri sostenitori festeggiando l'uscita di un migrante da un Cpr.
Ancora oggi, gli spazi parrocchiali ospiterebbero inoltre numerosi cittadini stranieri. E nonostante il recente intervento del vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, i rapporti fra don Massimo e una parte consistente degli abitanti del quartiere sembrerebbero da tempo ai minimi storici. Nelle scorse settimane, alcuni esponenti del Comitato residenti per Vicofaro hanno ad esempio denunciato don Biancalani per diffamazione, dopo che quest'ultimo li aveva accusati sui social network di aver aggredito lo scorso dicembre alcune persone intenzionate di assistere alla messa. Lo scorso febbraio poi, i rappresentanti del Comitato e degli abitanti della frazione in generale avevano invece convocato una conferenza stampa presso il circolo MCL San Biagio di via Borgognoni, per porre ulteriormente l'accento sulle condizioni di degrado nelle quali continuerebbe a versare Vicofaro a causa dell'esperienza di accoglienza portata avanti da don Massimo (con tanto di fotografie appese su un cartellone esibito in sala, a documentare e rafforzare le loro argomentazioni).
Nel corso dell'incontro in questione non erano mancate pesanti accuse al parroco: alcuni residenti lo avevano accusato in particolare di vivere in una villa situata nella provincia pistoiese e di accogliere i migranti in una struttura fatiscente e priva di servizi igienici. Accuse che il diretto interessato ha rispedito ai mittenti. "Vivo in una casa risalente agli Anni '70 - ha replicato - per quanto riguarda poi l'esperienza di Vicofaro, nessuno ha mai negato l'emergere di alcune criticità. Voglio però ricordare che a farsi carico dell'accoglienza dovrebbero essere le istituzioni. Dalle quali nel corso degli anni non sempre abbiamo ricevuto supporto adeguato, anzi".
Le "prove di pacificazione" promosse dal vescovo sembrano insomma essere già naufragate da un po': lo scontro fra don Massimo e gli abitanti di Vicofaro promette insomma di proseguire ancora a lungo, sulla carta.
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