"Se non stai con me, pubblico le nostre foto intime". Avrebbe minacciato di diffondere le foto intime della sua ex fidanzata, 15 anni all'epoca, se non avessero ricucito il rapporto. Per questo motivo, un ragazzo di 22 anni, originario di Torre Annunziata (Napoli) è stato rinviato a giudizio con l'accusa di atti persecutori nei confronti della giovane. Non solo. Al ragazzo è stato contestato anche il reato di violenza sessuale: avrebbe costretto la minorenne a consumare rapporti sessuali contro la sua volontà.
Il caso
Stando a quanto racconta vesuviolive.it, gli episodi si sarebbero verificati tra il 2021 e il 2022, a Torre Annunziata. Dopo la fine della relazione, il giovane avrebbe minacciato l'ex fidanzata, poco più che adolescente, di pubblicare le foto private se non fosse ritornata con lui. Circostanza che, a quanto trapela, si sarebbe poi verificata. Il 22enne avrebbe creato un gruppo WhatsApp in cui avrebbe condiviso le immagini della vittima immortalata in atteggiamenti intimi. La ragazzina sarebbe stata derisa e umiliata. Non è tutto. L'accusa contesta all'imputato anche il reato di violenza sessuale per aver costretto - dicono gli inquirenti - la 15enne ad avere rapporti non consensuali. Durante la prima udienza, che si è svolta davanti al tribunale oplontino, sono stati ascoltati in qualità di testimoni il papà e il fratello della minorenne. Le indagini sono state condotte dalla polizia di Torre Annunziata e coordinate dalla procura di Napoli.
Il revenge porn
Il reato di revenge porn, ovvero la produzione e diffusione in Rete di materiale pornografico allo scopo denigratorio della persona offesa, viene punito con una pena compresa tra i sei e i dodici anni di reclusione. Al riguardo, il Garante per la Privacy ha predisposto una scheda con alcune indicazioni per conoscere meglio il fenomeno e le modalità per tutelarsi o chiedere supporto. Oltre a proteggere i propri dati e pretendere la cancellazione delle proprie foto qualora fossero in possesso di altri, ad esempio, bisogna prestare molta attenzione al cosiddetto deepnude.
Si tratta di tecnologie che, partendo da foto o video reali del tutto "normali" (che riprendono ad esempio il soggetto in comuni situazioni e attività di vita quotidiana) possono manipolare le immagini "denudando" le persone e/o rappresentandole in pose o azioni esplicitamente sessuali false ma del tutto realistiche. Infine, il Garante ricorda che gli episodi di revenge porn possono e devono essere denunciati alla Polizia postale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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