Mozzarella in carrozza alla marijuana: l'idea stupefacente di un'azienda veneta

Un'azienda veneta è pronta a lanciare sul mercato una versione sui generis della "mozzarella in carrozza", utilizzando farina e semi di cannabis. Un prodotto che a detta degli stessi ideatori non rappresenta una provocazione, ma che probabilmente farà discutere

La mozzarella in carrozza alla cannabis che l'azienda veneta è pronta a lanciare sul mercato
La mozzarella in carrozza alla cannabis che l'azienda veneta è pronta a lanciare sul mercato
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Una versione alternativa della "mozzarella in carrozza", che promette già adesso di suscitare polemiche. Il motivo? Accanto al pane, all'uovo e ovviamente alla mozzarella, l'ingrediente in più sarà a quanto pare rappresentato dalla cannabis e dai suoi semi. Questo il prodotto che dovrebbe essere lanciato a breve sul mercato, stando perlomeno a quanto annunciato dall'azienda "Cibandum". A rendere pubblica l'idea del lancio della "mozzarella in carrozza alla cannabis" è stata l'impresa con sede a Mirano (una cittadina situata nell'area della città metropolitana di Venezia) che detiene a sua volta il marchio "Cocai - La mozzarella fritta", una realtà imprenditoriale specializzata proprio nella frittura delle mozzarelle. Se le origini della mozzarella in carrozza vengono solitamente fatte risalire alla Napoli dell'800, è anche vero che a Venezia e nelle zone limitrofe è diffusa da decenni una variante della medesima pietanza, che prevede di solito l'utilizzo del pane tagliato a fette triangolari e l'aggiunta di acciughe.

Ma la Cibandum ha deciso di andare oltre, utilizzando per la pastella una farina ricavata dalla cannabis e mettendo nel ripieno anche i semi di canapa. Il prodotto figura peraltro già nel menù presente nel sito internet di Cocai, fra i prodotti ad edizione limitata. "Pane da tramezzino pastellato con farina di Cannabis Sativa L., fritto e surgelato con ripieno di mozzarella e semi di Cannabis Sativa L. decorticati - si legge nella scheda tecnica della "Mozzarella in carrozza - Cannabis Sativa L.", come è stato ufficialmente ribattezzato il prodotto - come da dichiarazione del fornitore, gli ingredienti a base di Cannabis Sativa L. sono conformi al Decreto dello Stato Italiano 4 Novembre 2019 (che recepisce il Reg. CE 2283/2015 e Raccomandazione UE 2115/2016), in merito al contenuto massimo ammissibile per uso umano e alimentare dei principi attivi presenti nella materia prima".

E Laura Torchiaro, amministratrice unica di Cibandum, ha anticipato alla stampa locale l'idea alla base dell'iniziativa. "Può apparire una provocazione, ma non lo è affatto - ha assicurato al Gazzettino - abbiamo iniziato i test che hanno portato ad un risultato eccellente e al di sopra delle aspettative". E sempre nella scheda pubblicata sul sito web del marchio Cocai, si leggono anche le caratteristiche del prodotto. "Colore bruno ambrato, consistenza molto friabile e croccante all’esterno, morbida all’interno - c'è scritto - mediamente sapida, con ripieno e gusto tipico di mozzarella filante con semi di Cannabis Sativa L.

decorticati, retrogusto di nocciole tostate". Torchiaro si è infine detta consapevole del fatto che questo prodotto farà discutere. E non ha fatto una piega, a quanto pare: bene o male, purchè se ne parli.

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