Alcuni studenti dell'Istituto Comprensivo Statale Amedeo Maiuri del Vomero, a Napoli, avrebbero applaudito alla scena dell'omicidio di Giancarlo Siani, il giornalista partenopeo ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985, durante la proiezione del film "Fortapàsc" che racconta le drammatiche circostanze che determinarono la morte del giovane cronista. "Alla morte non si applaude, mai, per nessuno. Questo dovrebbe far parte dell'animo umano. Davanti alla morte si resta in silenzio, questo non va neppure spiegato. Ma se invece accade, se alcuni ragazzi, pochi, molto giovani, di una scuola che si sta impegnando per far crescere in loro il senso della legalità e della giustizia, applaudono alla morte violenta e quindi scelgono di stare dalla parte di chi spara, c'è bisogno che noi tutti, ci si interroghi sul perché", ha scritto su Facebook Paolo Siani, il fratello di Giancarlo, commentando la notizia anticipata questa mattina dal quotidiano Il Mattino.
La reazione dei familiari di Giancarlo Siani
Da anni Paolo Siani, assieme i figli Ludovica e Gianmario, promuove iniziative e progetti di legalità nelle scuole attraverso la Fondazione che porta il nome del giornalista. Due giorni fa, Gianmario ha incontrato proprio gli studenti della Maiuri, dopo la proiezione del film al cinema Plaza: "Ho incontrato alcune classi di prima media e ho parlato loro di mio zio Giancarlo. - ha detto al Corriere. it -Erano tutti molto attenti e interessati, so che la scuola è molto impegnata sul fronte della cultura della legalità: per questo quando ho saputo di quello che era successo al cinema mi sono molto stupito".
L'insegnante dei ragazzi: "L'applauso è uno sfogo emotivo"
Secondo quanto ricostruito, ad applaudire sarebbe stato un gruppetto sparuto di studenti delle medie. "Parlando con una docente della scuola - ha continuato Gianmario Siani - mi ha raccontato che a volte gli studenti hanno queste esplosioni di vivacità immotivate: non necessariamente, insomma, era un'approvazione di quanto vedevano sullo schermo". Contattata dal Corriere del Mezzogiorno, Simona Ballarini, referente dell'Educazione civica per l'Istituto Maiuri, ha confermato di aver assistito alla scena: "Ero al cinema con i ragazzi, quella mattina, e con loro ho preparato questo progetto che è poi sfociato nell'incontro con Gianmario Siani. Le confermo che quell'applauso c'è stato, ma non è stato l'unico, durante la proiezione". Quanto alle motivazioni che hanno fatto scattare l'applauso, l'insegnante sembra non aver dubbi: "I ragazzi, oggi, esprimono spesso la loro partecipazione con queste manifestazioni plateali. L'appaluso è uno sfogo emotivo. C'è stato in altri momenti del film: quando Siani baciava la fidanzata, per esempio, o quando hanno arrestato il boss Valentino Gionta. Insomma, io non leggo la cosa in modo diverso". Infine Ballarini ha precisato che "gli alunni sono stati rimproverati, per questi eccessi".
Il ministro Valtidara: "Fare piena luce sulla vicenda"
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valtidara, precisando di voler "fare piena luce" su quanto accaduto. "La scuola è e deve essere il primo presidio di legalità, è e deve essere una comunità, per definizione, antitetica a qualsiasi mentalità che rievochi quella mafiosa o addirittura plauda ad essa. - ha scritto sui social - Per questo la gravità del gesto di applaudire all'efferato assassinio camorristico del giornalista Giancarlo Siani, come è avvenuto a Napoli durante la proiezione del film Fortapàsc da parte di alcuni studenti, mi sconcerta e mi preoccupa".
Intanto Paolo Siani ha promesso che ritornerà in quella scuola: "Porteremo ai ragazzi il volume nel quale sono stati raccolti gli articoli di Giancarlo, racconteremo loro chi era, quali erano i suoi sogni e le sue battaglie. Credo sia il modo migliore di affrontare la cosa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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