"Non capisce l'italiano". E il giudice di Brescia libera il pusher trovato con 11 chili di cocaina

Nonostante la presenza di un interprete durante l'interrogatorio, l'ordinanza di custodia cautelare non è stata tradotta in albanese. E l'uomo ha ottenuto la scarcerazione

"Non capisce l'italiano". E il giudice di Brescia libera il pusher trovato con 11 chili di cocaina
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Conosceva l'italiano abbastanza bene dal trafficare cocaina in grande stile, ma non abbastanza da venire arrestato. Così un albanese di 27 anni è stato liberato dai giudici di Brescia, nonostante fosse stato arrestato in flagrante, con undici chili di droga pesante nel bagagliaio dell'automobile, avesse raggiunto senza problemi il territorio italiano e si preparasse a consegnare la "polvere" ai destinatari. Secondo il tribunale del Riesame di Brescia, la mancata traduzione nella sua lingua madre degli elementi d'accusa ha impedito all'uomo di potersi difendere. Per questo l'ordinanza di custodia emessa all'inizio del mese a carico dell'uomo è stata annullata con effetto immediato. La Procura della Repubblica si è trovata costretta ad intervenire d'urgenza, chiedendo e ottenendo a tempi record un nuovo mandato di cattura, emesso - con traduzione giurata affianco - prima che l'albanese facesse perdere le proprie tracce.

La decisione è stata notificata questa mattina al carcere dove l'albanese si trovava rinchiuso dal 30 ottobre e al difensore, l'avvocato Stefano Altrune. Fin dal momento dell'arresto, il narcotrafficante aveva sostenuto di non capire l'italiano, e per questo nel corso dell'udienza di convalida era stato assistito da un interprete, che - vista l'urgenza e il rischio di scadenza dei termini - era stato arruolato tra i detenuti del carcere di Canton Mombello. Già in quell'occasione, l'arrestato aveva avuto modo di conoscere nei dettagli le accuse a suo carico, peraltro piuttosto incontestabili visto che a bordo della vettura con il robusto carico di cocaina non c'erano altri passeggeri. Dopo avere convalidato l'arresto, il giudice preliminare aveva dovuto esaminare la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura della Repubblica guidata da Francesco Prete: richiesta accolta, vista la gravità degli indizi e il pericolo concreto di fuga. Ma l'ordinanza non era stata tradotta immediatamente in italiano, come prevede una sentenza della Cassazione del 2023. A questa mancanza si era appigliato il difensore per chiedere e ottenere dal tribunale del Riesame l'annullamento dell'ordinanza e la scarcerazione immediata.

A quel punto sono dovute scattare le contromisure, stavolta efficaci. La Procura si è precipitata a predisporre una nuova ordinanza, subito eseguita dalla polizia giudiziaria.

Adesso l'albanese dovrà venire di nuovo interrogato, sempre con l'assistenza di un interprete, e avrà diritto a leggere in albanese i provvedimenti a suo carico. Solo a quel punto il suo arresto potrà definitivamente essere considerato legittimo.

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