Continua a tenere banco, a Milano ma non solo, il caso del video che vede protagonista la 41enne trans brasiliana durante le fasi di un arresto concitato da parte degli agenti della polizia locale di Milano. Un corpo che è a tutti gli effetti parte dell'amministrazione comunale, alla quale è tenuta a rispondere. È un corpo di polizia locale e non nazionale, che non dipende dalle strutture centralizzate ministeriali di Roma, dettaglio che a sinistra sembrano colpevolemente voler ignorare per costruire una narrazione di comodo sulla vicenda, che sembra voler escludere il sindaco Sala da ogni responsabilità.
A scatenare le polemiche sono stati i modi rudi impiegati dai poliziotti per concludere il fermo ma, come sempre accade, quel video riprende una parte del tutto e l'insieme della storia è ben diverso da quello che i soliti buonisti di sinistra vogliono raccontare.
Il video è diventato rapidamente un caso politico, con la sinistra che, tacendo sulla catena di comando, cerca di imputare le responsabilità di quanto avvenuto al governo Meloni e, nello specifico, al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "Spray al peperoncino, manganellate, calci. Contro una donna trans a terra, inerme, disarmata, di fatto già immobilizzata. Quello che è accaduto a Milano è inaccettabile. Di più: è barbarie", tuona Marco Furfaro, emblema di questo Pd e fedelissimo di Elly Schlein, che l'ha perfino voluto nella segreteria nazionale.
"Chi delinque va arrestato, non picchiato a sangue. Men che meno quando è inerme. Il ministro Piantedosi ha il dovere di intervenire e di punire quello che è a tutti gli effetti un abuso", prosegue nel suo capolavoro l'esponente dem, che ignora il fatto che il corpo della polizia locale sia in tutto e per tutto alle dipendenze del Comune di appartenenza e che quindi, in questo caso, sia nella piena disponibilità di Beppe Sala. Il ministero dell'Interno non ha alcuna responsabilità diretta sull'operato degli agenti di questo corpo. Perché la politica non chiama in causa il sindaco coi calzini rainbow?
Mentre la sinistra ha già fatto della donna trans il suo nuovo martire, i sindacati del corpo alzano la voce davanti a quelle immagini fotografano nitidamente il degrado imperante della città, dove le forze dell'ordine e gli agenti della polizia locale devono tutti i giorni scontrarsi con situazioni borderline. "Si è trattato dell'ennesima gravissima esposizione di colleghi a operazioni di ordine pubblico nell'assenza delle altre forze di polizia. Non possiamo continuare a occuparci di ordine pubblico e risolvere il problema della sicurezza a Milano", ha affermato Giovanni Aurea, delegato rsu della Polizia Locale.
I quattro "ghisa" che sono stati ripresi da un appartamento mentre effettuavano l'arresto saranno ascoltati oggi per fornire la loro versione dei fatti. La procura di Milano ha aperto un fascicolo per lesioni aggravate dall'abuso della pubblica funzione sull'aggressione. Intanto, la persona oggetto dell'arresto, come si è saputo nelle scorse ore, è stata denunciata a piede libero per resistenza a pubblico a ufficiale.
Il sindacalista ha denunciato anche l'assenza di corsi di formazione per gli agenti del corpo e ha annunciato la decisione di fornire "tutela legale gratuita ai colleghi dato che, sia lo spray urticante che l'utilizzo del manganello non sono supportati da polizza assicurativa per responsabilità civile".
La questione sicurezza è sfuggita di mano a Palazzo Marino e a Beppe Sala, che si sta accorgendo con colpevole ritardo della gravità della
deriva assunta in città, dove sembra essere diventato normale che chiunque possa mostrare le sue parti intime in strada e a pochi passi dai bambini di una scuola, visto che da sinistra non si registrano condanne in tal verso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.