"Mio figlio preso a sassate dai bulli. Li ho denunciati 5 volte, ma nessuno li ferma"

Il ragazzino è stato picchiato e preso a sassate in strada da un gruppo di tre adolescenti. La denuncia del papà: "Sono sette mesi che perseguitano mio figlio ma nessuno li ferma"

"Mio figlio preso a sassate dai bulli. Li ho denunciati 5 volte, ma nessuno li ferma"
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"Ho denunciato cinque volte. Mi chiedo se i genitori di questi ragazzi siano al corrente di come passano il tempo i loro figli. Appena lo vedono lo prendono di mira. Lo cercano. Davvero, non so spiegarmelo. Di certo mio figlio non va a procurarsi grane". Non si dà pace il papà del 13enne picchiato e preso a sassate in centro a Pavia da un branco di tre adolescenti. L'uomo, 55enne di origini egiziane che vive in Italia da 26 anni, ha denuciato per ben cinque volte gli aggressori del figlio "ma nessuno fa nulla per fermarli", dice in un'intervista al Corriere della Sera.

Il pestaggio choc

Da sette mesi i bulli tormentano, perseguitano e picchiano il 13enne senza alcun apparente motivo. L'ultima aggressione risale a domenica pomeriggio. Il ragazzino stava camminando in Strada Nuova con due coetanei quando il branco si è fatto sotto: lo hanno accerchiato, preso a pugni e colpito alla testa con un grosso sasso recuperato dal selciato. La vittima, soccorsa e trasportata al Policlinico San Matteo, ha riportato un trauma cranico giudicato guaribile in 30 giorni. È ancora sott'osservazione ma, per fortuna, le sue condizioni non sono gravi. "Mio figlio è un ragazzo buono, ha 13 anni, fa già la prima superiore perché ha iniziato le scuole anzitempo: è integrato, parla quasi solo italiano anche con noi. - spiega il papà - Lo so chi sono quegli altri: due italiani, un africano. Quindi il razzismo non c’entra. Non posso entrare nella loro testa e capire cosa ci sia di divertente in quello che fanno. La persecuzione è iniziata a marzo. Era già stato in ospedale, con sette giorni di prognosi. Ora sono trenta. Abbiamo passato un’estate infernale".

La paura: "Mio figlio non esce più da solo"

Per mesi il 13enne non è più uscito di casa da solo temendo che, da un momento all'altro, i bulli potessero farsi avanti. "Quando lui era a casa da scuola e io al lavoro, non usciva più. - prosegue il padre - Mi aspettava e andavamo fuori insieme, io non mi cambiavo nemmeno. Si può dire che lo scortassi e l’ho fatto spesso anche dopo. Quindi viveva di sera, andava fuori solo se c’ero anche io. Di giorno televisione e videogiochi. Anche domenica all’ospedale sono rimasto lì tutta la sera con ancora le scarpe da lavoro. Quasi dormivo in piedi. Appena lo vedono lo prendono di mira. Lo cercano. Davvero, non so spiegarmelo".

Le denunce e l'appello del papà: "Lasciateci in pace"

L'uomo racconta di aver denunciato gli aggressori del figlio cinque volte ma di non aver ricevuto riscontri dalle forze dell'ordine: "La legge è uguale per tutti, lo sento ripetere spesso: lo è anche per noi, quindi, e questi ragazzi stanno sbagliando e stanno compiendo dei reati gravi senza che per ora ci sia stata una punizione. - dice - Mi addolora vedere che spesso nessun testimone fa niente". Presto il figlio sarà dimesso dall'ospedale: "Lo proteggerò, costi quel costi. Come farebbe ogni padre".

Infine il 55enne rivolge un appello al branco: "Devono capire che stanno prendendo una strada sbagliata e pericolosa, perché se non hai scrupoli a malmenare un bambino che non ti ha fatto niente, allora potresti fare ben di peggio in futuro. - conclude - Sono una persona perbene, ma sono anche disposto a proteggere mio figlio in ogni modo".

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