Era malata Pierpaola Romano. La poliziotta in servizio all'Ispettorato di Pubblica Sicurezza della Camera dei Deputati uccisa nel corso della giornata di ieri, giovedì 1 giugno, si era messa in malattia per cominciare la battaglia contro il cancro. Proprio nel giorno in cui si preparava ad affrontare la prima seduta di chiemioterapia, la 58enne è stata uccisa dal suo collega, Massimiliano Carpineti. Che ha atteso la donna all'uscita della sua abitazione e l'ha uccisa sparandole contro tre colpi con la pistola d'ordinanza. Quando è stata diffusa la notizia che ad uccidere Pierpaola fosse stato un altro poliziotto, i colleghi non hanno avuto dubbi sull'identità del responsabile.
"Aveva perso la testa"
C'era una relazione fra Pierpaola Romano e Massimiliano Carpineti, di tredici anni più giovane. Chi li ha conosciuti sul posto di lavoro, li descrive oggi come "sempre insieme", "inseparabili". A riferire le voci è Il Messaggero, che rivela come i due venissero spesso visti in compagnia. "Quando lui non lavorava, veniva a Roma, andava a prenderla in ufficio. Ha perso la testa", raccontano alcuni agenti.
Di Massimiliano Carpineti sappiamo che viveva a Cisterna (Latina) e si era separato da poco. Pierpaola Romano, invece, era ancora sposata e aveva un figlio di 22 anni. Da poco tempo Pierpaola si era trasferita dal commissariato Sant'Ippolito, nella zona Est di Roma, all'Ispettorato della Camera dei Deputati. Una nuova esperienza lavorativa che l'aveva resa felice.
Proprio durante il servizio alla Camera dei Deputati, la donna aveva conosciuto Massimiliano Carpineti, e fra i due sarebbe subito scattato qualcosa. Da un'iniziale amicizia, la loro relazione si era evoluta progressivamente. Chi li ha visti, riferisce che erano una coppia molto riservata. "Non partecipavano nemmeno ai brindisi o a quelle festicciole messe su magari per un compleanno o la pensione di un collega", racconta un conoscente. Pierpaola, del resto, era ancora formalmente sposata con un altro agente, col quale viveva al primo piano della palazzina di via Rosario Nicolò, a Torraccia. La palazzina davanti alla quale, ieri, è stata uccisa.
Descritto come "una persona a modo e sempre pacata", Massimiliano Carpineti aveva invece già affrontato il divorzio, e continuava a vivere nella casa di Cisterna di Latina. Nessuno dei suoi conoscenti lo avrebbe mai immaginato come un possibile assassino. Un collega, però, parla di un momento difficile: Carpineti era entrato in depressione e veniva seguito da uno psicologo.
La relazione finita
Qualcosa ha fatto scattare la reazione di Carpineti. Lui e Pierpaola avevano un rapporto solido, riferiscono i colleghi, ma riservato, non perché ci fosse qualcosa da nascondere. Era nel loro carattere non ostentare il loro rapporto.
Poi, però, la relazione si è incrinata. Pierpaola si è ammalata, forse ha sentito la necessità di riavvicinarsi alla famiglia, a quel figlio 20enne in procinto di finire la scuola e diventare a sua volta poliziotto. Pare che la 58enne volesse prendersi una pausa, concentrarsi su se stessa e sul figlio. Una decisione inacettabile per Carpineti, che ha cominciato a seguirla e a presentarsi spesso da lei.
Ed è
così che siamo arrivati alla tragedia di ieri. Pierpaola, affetta da cancro al seno, era uscita di casa per affrontare il suo primo giorno di chemio. Ad attenderla, però, ha trovato Massimiliano Carpineti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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