L'ultima provocazione dei filopalestinesi: l'oltraggio alle pietre d'inciampo nel Giorno della Memoria

A Milano l'associazione "Camera del non lavoro" ha deciso di manifestare il proprio sostegno alla causa palestinese mettendo in posa pietre d'inciampo con i nomi di bambini di Gaza morti durante il conflitto

L'ultima provocazione dei filopalestinesi: l'oltraggio alle pietre d'inciampo nel Giorno della Memoria
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Nel Giorno della Memoria attivisti pro-Palestina aderenti alla “Camera del non lavoro”, associazione che fa capo all’Adl Cobas, hanno deciso di manifestare il loro sostegno alla popolazione di Gaza mettendo in posa delle pietre d’inciampo sul marciapiede di piazzale Baiamonti a Milano. Su di esse sono scritti i nomi di alcuni bambini di età compresa tra qualche mese e quattro anni morti durante il conflitto tra Hamas e Israele.

Pietre di inciampo per non dimenticare il genocidio palestinese”, è il titolo dell’iniziativa che se da un lato vuole ricordare la tragedia della morte degli innocenti, dall’altro utilizza un termine improprio che indirettamente accusa lo Stato ebraico di voler spazzare via il popolo di Gaza. Un obiettivo, questo, che Tel Aviv ha più volte negato di avere, sottolineando di essere intenzionata ad eliminare i terroristi che proprio dei civili, bambini compresi, si fanno scudo. “Non può esserci memoria senza guardare al presente”, ha dichiarato Riccardo Germani, portavoce della “Camera del non lavoro”. Una frase, questa, che potrebbe essere vista come un paragone tra la Shoah, un evento storico unico nel suo genere per impostazione, base ideologica ed esecuzione, e l’uccisione degli abitanti dell’exclave palestinese in un conflitto scatenato da coloro che sostengono di combattere per la loro liberazione con atti barbarici degni delle SS durante gli attacchi del 7 ottobre. Nei pressi delle pietre d’inciampo, gli attivisti hanno scritto “Free Palestine”, “Cessate il fuoco” e “Free Gaza” con bombolette e gessetti, per poi recintare l’area con del nastro verde.

Alcune ore prima di questa iniziativa, circa 1.200 manifestanti si sono trovati a piazzale Loreto per esprimere il loro sostegno al popolo di Gaza nonostante il divieto posto dal Viminale ai cortei pro-Palestina. “Non possiamo assistere al divieto di manifestare annunciato alla comunità palestinese di Milano in concomitanza del giorno dedicato alle vittime della Shoah per mano nazista e fascista, sgretolando così uno dei capisaldi della nostra Costituzione: il diritto a manifestare”, ha dichiarato l’Adl Cobas in un comunicato. “Chiediamo la revoca di questo divieto in quanto estremamente violento nei confronti di un popolo già sotto aggressione con lanci di bombe e morti civili”.

Le pietre d’inciampo sono state le protagoniste di un’altra manifestazione a sostegno del popolo palestinese, verificatasi nella notte tra il 25 e il 26 gennaio. 50 di queste targhe commemorative in forma di adesivi con scritti i nomi di civili morti nella Striscia sono comparse di fronte alla sede dell’Unhcr, l’organizzazione dell’Onu che si occupa dei rifugiati, in via Leopardi a Roma.

Una vera e propria installazione denominata “Come pietra viva” realizzata da un collettivo di otto artisti rimasti anonimi che hanno voluto trasmette “un lutto che proviamo tutti come umanità”.

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