Pisa, studenti aggrediti all'università: "Questo posto è nostro e cacciamo i fascisti"

La democrazia a senso unico della sinistra. I ragazzi di Spl - Studenti per la libertà - erano andati alla facoltà di antichistica per leggere un comunicato ed esprimere le preoccupazioni degli studenti che, a causa delle occupazioni pro Palestina, non possono utilizzare gli spazi universitari. Risultato? Sono stati accerchiati e aggrediti. Erano in 2 contro 50. Presenti anche insegnanti rimasti a guardare

Pisa, studenti aggrediti all'università: "Questo posto è nostro e cacciamo i fascisti"
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“Tu qui non ci puoi stare”. Così si è sentita gridare Irene Chimenti, studentessa universitaria di Pisa che, insieme ad altri studenti appartenenti a SPL “Studenti per la libertà”, la costola giovanile di Forza Italia, si trovava alle porte della facoltà di Antichistica ormai occupata da settimane.
I ragazzi si erano presentati pacificamente per leggere un comunicato, facendosi portavoce di molti studenti preoccupati per l’andamento delle occupazioni pro Palestina in quanto queste starebbero bloccando ormai lezioni e corsi di studio.

“Cari studenti, docenti, membri del personale universitario e cittadini, oggi siamo qui per denunciare l’occupazione della Biblioteca di Antichistica, sede universitaria e luogo di studio”, così si legge sulla nota in possesso de IlGiornale.it . “La libera frequentazione di questi spazi è stata unilateralmente interrotta, così come le attività accademiche bloccate e i piani di studio degli studenti ritardati proprio durante la sessione. Questo non solo influisce negativamente sugli studenti, ma costituisce anche un reato ai sensi dell’articolo 633 del Codice penale”.
Una richiesta pacifica tanto che il documento dei ragazzi di SPL termina con "per quanto condivisibili siano le ragioni che spingono questi ragazzi ad occupare, riteniamo che si debba prediligere il dialogo con le istituzioni”.

La risposta non è stata però altrettanto pacifica. Gli occupanti pro Palestina si sono scagliati con violenza contro i giovani, tanto che chi stava leggendo ha dovuto per forza interrompere la condivisione del comunicato.

“Ci urlavano vai via da qua, qui non ci puoi stare, questo è un luogo occupato da noi”, racconta aIlGiornale.it Irene Chiementi, una delle persone aggredite. “Noi eravamo in 2 in quel momento, loro sono arrivati in 50 contro di noi e mi sono ritrovata subito accerchiata a messa all’angolo”, prosegue. A circondare Irene e gli altri non erano però solo gli studenti di sinistra ma anche i soliti “esterni” spesso complici della fomentazione degli occupanti. “Non c’erano solo studenti ma anche docenti ed esponenti dei vari sindacati, Usb in particolare, e l’associazione dei giovani comunisti. Nessuno ha fatto niente per fermare le urla contro di noi, sono arrivati vicinissimi al nostro volto”. I ragazzi aggrediti hanno infatti deciso di denuciare.

Fa sicuramente riflettere la presunta presenza anche di insegnanti durante l'aggressione, rimasti però inermi. A confermare ciò anche Matteo Scannerini, segretario regionale di Forza Italia Giovani Toscana , arrivato subito sul posto e che dichiara a IlGiornale.it: “Sono adirato dal fatto che questi episodi accadano ancora nel 2024. L'università è un luogo pubblico e come tale deve essere aperto a tutti gli orientamenti. Dispiace che i nostri ragazzi, siano tutt'oggi vittime di aggressioni da parte di soggetti che si dichiarano paladini della libertà e della democrazia solo a parole. Vedere gli insegnanti che non hanno mosso un dito di fronte ad una aggressione, solo perchè commessa da studenti di sinistra, credo sia un fallimento per tutti”.

“Il nostro consenso ci permette di appropriarci dei giardini e cacciar via voi fascisti”, così hanno detto a Irene Chimenti gli occupanti, i pro Palestina, i sindacati di sinistra, i ragazzi dei collettivi: insomma, quella sinistra che conosce e rivendica solo e soltanto i propri diritti ma che risponde a quelli degli altri con la violenza e la prevaricazione.

Hanno messo le tende, indetto un’intifada, promosso le celebrazioni per la Nakba (anniversario dell’esodo palestinese), si sono improvvisati esperti del mondo arabo, cultori dei diritti umani, pronti a tutto per una pace - evidentemente solo ideologica - ma soprattutto vittime di un governo, di uno stato e di un paese che non dà loro l’opportunità di parlare, di rivendicare il proprio pensiero. Così si stanno dipingendo i nuovi sessantottini dei nostri tempi ma la realtà, giorno dopo giorno, sembra essere molto diversa: o stai con noi o stai zitto.
La democrazia della sinistra a senso unico, il solito cortocircuito.

Le proteste per gli ideali di chi occupa illegalmente scuole, edifici, università sono dei diritti, ma le rivendicazioni degli studenti che vorrebbero utilizzare quelli spazi per studiare non sono ammesse.

È ancora possibile tenere sotto scacco un paese da una sinistra che grida al lupo e al fascismo e alla censura ma che poi rispponde solo con la repressione violenta?

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