Chiamateli maranza, ragazzini o «ragazzotti» che si riuniscono in agguerrite bande. A tenere banco nel recente panorama di arresti e perquisizioni messi a segno ieri all’alba dalla polizia di stato a Brescia nell’ambito di un’inchiesta voluta dalla Procura locale è sempre il tema, e le conseguenti problematiche, legate alla criminalità giovanile. Nel mirino sei giovani italiani tra i 20 e 25 anni a cui vengono contestati, a vario titolo, una serie di reati che vanno dal tentato omicidio, alla rapina, alle lesioni e alle minacce aggravate, fino alla rissa, alla violenza privata, al danneggiamento, oltre a una serie di reati concernenti le armi e in particolare il loro possesso ingiustificato.
Gli indagati sono in tutto 22, ma in carcere sono finiti Ahmed Ebrahim Ahmed Aly Ayad (20 anni), Abdelsattar Lofrty Abdelsattar Elsayed (22 anni), Karim Moataz Abdelkawy Habbas Hassan Elzobary (24 anni), Mohamed Essoussi (20 anni), Eslam Hesham Abouelseoud Saleh (27 anni) e Marcello Simeoni (28 anni). Arresti domiciliari invece per Esalm Yahia Fahmy Yahia (22 anni).
Le ipotesi di reato sono relative a episodi commessi da piccole bande di ragazzi a partire nell’arco di circa sei mesi, dal 29 giugno 2024 fino al 14 gennaio nel cuore di Brescia città, in particolare nelle zone della stazione ferroviaria e del centro storico oltre che all’esterno di alcuni locali. Al centro dell’inchiesta ci sono infatti una serie di risse scoppiate tra fazioni opposte che si sono fronteggiate utilizzando complementi dell’arredo cittadino o di negozi e bar. Gli episodi a volte si sono conclusi con il furto di beni delle vittime e in diverse circostanze alcune di loro hanno riportato lesioni gravi.
In un caso, gravissimo, alcuni degli indagati hanno aggredito un ragazzo colpendolo con una coltellata al gluteo, con una bottigliata alla testa e infine scaricandogli addosso le scariche di uno storditore elettrico e riducendola così in fin di vita.
È uno dei pochissimi esempi di giornalismo coraggioso.