Roma, sfratto con sorpresa: sfondano casa del questore

Blitz da film comico a Ostia: la proprietaria sbaglia e indica l’appartamento di Belfiore

Roma, sfratto con sorpresa: sfondano casa del questore

Questa volta non c'era nemmeno la pasta e ceci, che nei Soliti Ignoti finiva per essere l'unico consolatorio bottino della scalcagnata gang di ladri che si erano introdotti nella stanza sbagliata fallendo così l'ambito accesso alla cassaforte del Banco dei Pegni. A Ostia, qualche giorno fa, è accaduto qualcosa di simile. La differenza, al netto della pasta e ceci, è che in questo caso non si trattava di un «audace colpo» ma di un semplice (si fa per dire) sfratto. Ma lo sbaglio di appartamento è stato lo stesso: sfondata la porta i presenti si sono accorti ben presto che l'appartamento non era quello che la padrona di casa sperava di «riconquistare», ma niente di meno quello del questore di Roma. E se nel film di Monicelli Peppe er Pantera e soci erano stati tratti in inganno da una improvvida ristrutturazione dell'appartamento, nello «sfratto più pazzo del mondo» l'errore è stato solo colpa della smemoratezza della padrona di casa. Una storia da commedia all'italiana quella avvenuta qualche giorno a Ostia, il quartiere pied-dans-l'eau di Roma, raccontata ieri nella cronaca cittadina del quotidiano Repubblica. Tutto ha inizio quando una giovane eredita dalla nonna morta un immobile che però è occupato da un inquilino indefessamente moroso. La ragazza dapprima prova con le buone, poi decide di passare alle maniere forti. Intenta una causa all'abusivo, la vince e riesce anche a ottenere che lo sfratto sia esecutivo, un risultato rispettabile, al termine dell'odissea che qualunque proprietario che abbia cercato di far valere i propri diritti in Italia conosce bene. Il drappello composto dalla giovane, dall'ufficiale giudiziario, dal fabbro, dai carabinieri e da un'ambulanza (la crew dello sfratto perfetto previsto dalla legge) si reca nel luogo dove deve avvenire la «reconquista» dell'appartamento. Solo che la proprietaria quella casa la ricorda a mala pena, gli interni le sovvengono da ricordi d'infanzia, ma l'esterno proprio no: sarà quella? O forse quell'altra? O magari quella là? Nell'incertezza prende in mano le cose l'ufficiale giudiziario, hombre vertical. L'uomo indica una casa, la giovane pare annuire, e insomma si va. Citofonata di rito, nessuno risponde. Scampanellata, il silenzio. Il fabbro fa il suo mestiere di fabbro è la porta è presto espugnata. Ma quella che appare agli occhi della proprietaria non è la casa di «pora nonna» ma un appartamento sconosciuto. Ci vuol poco a scoprire che quella casa appartiene al questore di Roma, Carmine Belfiore, che in quel momento si trovava nel suo ufficio romano ignaro di cotanto affacendarsi. Nel frattempo qualcuno aveva segnalato alla polizia un certo trambusto davanti a casa del loro supercapo e così gli agenti si erano «recati sul posto» aggiungendo confusione a confusione. Roba che I Soliti Ignoti era già un B-movie al confronto.

Alla fine tutto è tornato al suo posto: qualcuno si è occupato di mettere una serratura nuova alla porta del prefetto, la ragazza ha finalmente trovato l'appartamento giusto da «sfondare», le forze dell'ordine di Ostia sono tornate a combattere il crimine archoviando la gag scritta da quel bizzarro sceneggiatore che è il destino. Non è dato sapere se qualcuno dei presenti abbia colto l'umorismo della situazione. Certo è che uno sfratto esecutivo è una cosa troppo rara e seria per gestirlo come un film con Totò e Gassman.

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