Scagliava frecce contro la madre dal balcone: la follia del 35enne

Ore di tensione in provincia di Cuneo dove un uomo si è barricato in casa gettando numerosi oggetti dal balcone e scagliando frecce contro la madre: dopo una lunga negozazione con le forze dell'ordine, la situazione è tornata alla normalità

Scagliava frecce contro la madre dal balcone: la follia del 35enne
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Si sono consumate ore di paura nella giornata di ieri nel piccolo Comune di San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, dopo che un operaio di 35 anni si è barricato in casa per tutto il pomeriggio gettando oggetti dal balcone ma soprattutto scagliando frecce da un arco contro la madre: tutto questo a causa di un litigio con la donna che fortunatamente è riuscita a mettersi al riparo uscendo dall'abitazione prima che arrivassero le forze dell'ordine.

Ore di trattative con i Carabinieri

La vicenda ha inizio intorno a ora di pranzo, intorno alle ore 12, quando l'uomo ha iniziato a gettare numerosi oggetti dal balcone di casa comprese le frecce con le quali avrebbe colpito la madre: il tutto è stato filmato e postato sui propri social dove spiegava i motivi di quei gesti. Come ha ricostruito il quotidiano locale Unionemonregalese, nell'appartamento in via Rovella sono giunti sia i Carabinieri che gli agenti del Sos (Squadre operative di soccorso) che hanno impiegato ben sette ore a convincere l'uomo a deporre le armi (possedeva anche una balestra), uscire di casa per consegnarsi senza ulteriori resistenze alle forze dell'ordine.

Sul posto sono giunti anche i Vigili del fuoco, il 118 e si è recato anche il sindaco di San Michele Mondovì, Daniele Aimone, con il suo vice Andrea Avagnina. Per evitare ulteriori rischi agli abitanti del luogo o a semplici passanti, per alcune ore sono state chiuse al passaggio di chiunque anche le vie limitrofe all'appartamento in cui vive l'operaio. Come detto, alla base dei suoi folli gesti ci sarebbe stata una lite con la madre, rimasta illesa, con l'uomo che avrebbe gettato dal balcone anche vasi, mobili e mensole. La vicenda si è conclusa con un grande spavento ma senza nessuna grave conseguenza.

Enorme soddisfazione è stata espressa dal colonnello Giuseppe Carubia, comandande provinciale dell'Arma, che al quotidiano locale Targatocn si è detto soddisfatto per come si è conclusa la vicenda. "Mi complimento con il nostro negoziatore e con il nucleo speciale S.O.S., che insieme hanno agito con grande fermezza, senza mai perdere il controllo della situazione.

In particolare, voglio sottolineare l'importanza della figura del negoziatore, nata da una decina di anni in seno all'Arma. Richiede grandi doti di ascolto, ancor più che oratorie. Bisogna trovare un canale di dialogo con la persona, senza mai barare. Questo è fondamentale. Se si bara, si perde".

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