Roma, sfrecciava ubriaco con la Ferrari e senza patente: condannato

Un facoltoso imprenditore romano è stato condannato per essersi sostituito a suo fratello con l'intento di evitare una multa salata

Roma, sfrecciava ubriaco con la Ferrari e senza patente: condannato

Un uomo è stato fermato dalla Polizia stradale di Roma mentre sfrecciava fra i monumenti del centro storico a bordo della sua Ferrari 458. Gli agenti l'hanno trovato in evidente stato di ebrezza, poi confermata dal test, sotto effetto di sostanze stupefacenti e privo di patente perché sospesa. Per sfuggire alla multa l’uomo aveva lasciato le generalità di suo fratello: un trucchetto già utilizzato tre anni fa per ben due volte. Pensava di aver fregato i poliziotti, invece è stato smascherato ed è finito a processo con accuse molto pesanti: sostituzione di persona e falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla sua identità. Proprio ieri il giudice del Tribunale di Roma, in composizione monocratica, ha condannato l'imprenditore Simone Lunghi, 46 anni e originario di Roma, a otto mesi di reclusione per essersi rifiutato di sottoporsi agli esami volti ad accertare lo stato di ebrezza, essendo risultato positivo all'alcol già durante gli accertamenti preliminari effettuati dagli agenti della polizia locale al posto di blocco.

La ricostruzione

I fatti risalgono il 31 maggio del 2018. Il facoltoso imprenditore quella sera si trovava a bordo della sua fiammante Ferrari. La Polizia stradale di Roma lo aveva fermato "in stato di ebrezza alcolica, sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e privo della patente, perché sospesa", si legge nel capo di imputazione del giudice. L'imprenditore per sfuggire all’identificazione aveva dato il nome del fratello Christian, di due anni più giovane di lui. L’uomo inoltre, si legge negli atti, " si è rifiutato di recarsi presso la struttura sanitaria più vicina per sottoporsi agli accertamenti definitivi".

Il precedente tre anni prima

Lunghi aveva usato un escamotage simile per sfuggire ad un'altra multa. Il primo febbraio del 2015, infatti, era stato fermato dalla Polizia stradale capitolina in sella a una costosissima moto Bmw priva di assicurazione. Anche in quella circostanza l’uomo non aveva con sé la patente di guida idonea per il mezzo. "Al fine di procurare a sé un vantaggio consistente - si legge nel verbale - nell'evitare la corrispondente sanzione, induceva in errore la Polizia stradale nella redazione del verbale, attribuendosi un falso nome, ovvero, quello del fratello minore Christian Lunghi". Il fratello si era visto quindi recapitare presso il proprio domicilio una multa per violazione del codice della strada che non aveva mai commesso.

Dopo qualche settimana l’imbroglio era stato scoperto e l'uomo era stato imputato per sostituzione di persona, falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità e guida in stato di alterazione psico-fisica. Ieri mattina, al termine del dibattimento, nell'aula 17 del tribunale monocratico capitolino, è arrivata la condanna a 8 mesi di reclusione per l'imprenditore romano.

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