
Sono sempre più sconvolgenti i raggiri ai danni delle persone anziane come racconta la storia che arriva da Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno, dove una donna di 66 anni è stata truffata da una ditta torinese che si occupa di ristrutturare i bagni che la signora aveva contattato per rifare quello di casa sua. Peccato, però, che le sono stati sottratti indebitamente cinquemila euro che non ha ancora riavuto indietro.
I lavori mai iniziati
La notizia venuta a galla soltanto nelle ultime ore in realtà risale al mese di settembre dello scorso anno: l'anziana doveva rifare il bagno installando una doccia e le ha fatto giustamente gola la possibilità di usufruire del bonus che abbatte le barriere architettoniche, un incentivo statale che sicuramente le avrebbe fatto risparmiare dei soldi e tolti tanti pensieri. Purtroppo, però, si è rivolta alle persone sbagliate visto che, secondo gli accordi, avrebbe dovuto versare subito la somma di denaro e poi i lavori sarebbero iniziati. Come spesso capita nel più classico dei casi di truffe, non si è mai presentato nessun operaio in casa sua e quei soldi sono spariti.
La truffa della finta morte
La donna ha contattato più volte il numero della ditta che si è sempre giustificata accampando scuse ma la sostanza non cambia: passano le settimane e i lavori non si avviano. Incredibilmente, un bel giorno la signora riesce a parlare con una segretaria dell'azienda che le ha dato una risposta incredibile. "Signora, suo marito ci ha informato che lei è morta". Incredula, ha chiesto spiegazioni scoprendo che un uomo di nome Pasquale si era presentato in ditta come fosse suo marito portando un certificato di morte e chiedendo che il contratto stipulato inizialmente fosse annullato.
La denuncia ai carabinieri
Tutto questo sembrava assolutamente vero dal momento che il certificato è arrivato, e approvato, dal Comune di Auronzo di Cadore per il quale la donna risultata morta a tutti gli effetti tant'é che la cifra di cinquemila euro doveva essere restituita per le spese del suo funerale. Non potendo fare altrimenti, la signora ha raccontato tutto ai carabinieri che hanno subito aperto un'indagine.
Non contenti e appagati, alcuni "signori" della ditta hanno continuato a disturbare l'anziana chiedendole altri soldi per i "lavori fantasma" cercando di trarre il massimo profitto da quella situazione surreale. Per il momento le indagini vanno avanti, il denaro non è ancora stato restituito ma del caso si sta occupando anche l'avvocato della donna che, certamente, per molte settimane ha perso serenità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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