Stellantis manda a casa gli operai di Pomigliano: troppo caldo

Messi in libertà gli operai dello stabilimento. L'azienda aveva incontrato i rappresentanti sindacali per la sicurezza per definire un piano per questi giorni di emergenza caldo

Stellantis manda a casa gli operai di Pomigliano: troppo caldo
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Fa troppo caldo e così i dirigenti di Stellantis decidono di mettere in libertà i lavoratori del reparto Panda nello stabilimento di Pomigliano d'Arco. Già nella giornata ieri gli operai del settore si erano fermati spontaneamente a causa delle condizioni del microclima che rendevano assolutamente impossibile lo svolgimento delle attività. Secondo quanto si è appreso, questa mattina le tute blu erano comunque riuscite a lavorare in condizioni climatiche ottimali. Poi, però - man mano che trascorrevano le ore - le temperature, nel reparto Panda, sono risalite talmente tanto oggi pomeriggio da spingere l'azienda a mettere in libertà i lavoratori addetti, a partire dalle 16.

Stellantis e il precedente di Melfi

L'azienda, nella serata di ieri, aveva incontrato i rappresentanti sindacali per la sicurezza per definire un piano per questi giorni di emergenza caldo, ed era stata assicurata l'accensione degli impianti di raffreddamento per 24 ore al giorno, oltre ad altre iniziative, come la distribuzione di bottiglie di acqua, e sconti sull'acquisto ai distributori di bevande energetiche. Una situazione che il gruppo Stellantis (nato nella fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA) ha dovuto gestire non più tardi di tre settimane fa, quando le proteste della Fiom Cgil Basilicata volevano mettere in risalto le difficoltà che stavano vivendo in questo senso gli operai dello stabilimento di Melfi e, quindi, applicare "soluzioni provvisorie per garantire il superamento del disagio". Ora, la scelta della dirigenza a favore dei lavoratori è scattata a Pomigliano d'Arco.

La possibilità della cassa integrazione

Di fronte all'ondata eccezionale di caldo, del resto, risulta pressoché inevitabile introdurre modifiche temporanee all'organizzazione del lavoro, senza escludere la possibilità prevista dall'Inps ormai dal 2017: ovvero quello di richiedere la CIGO - la cassa integrazione ordinaria - per luoghi non proteggibili dal sole o che comportano l'utilizzo di materiali o lo svolgimento di professioni dove si percepisce forte calore. Secondo l'Istituto nazionale di previdenza sociale ci sono alcuni fenomeni climatici estremi che causano rischi importanti di infortuni sul lavoro.

In una nota dell'Inps si legge infatti: "Ne sono esempio i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore". La domanda di CIG può essere fatta nel caso in cui si verifichino temperature eccezionalmente elevate che superano i 35 gradi.

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