"Non il nostro lutto". E ancora: "Basta ambiguità e silenzi: nessun lutto nazionale sulle macerie dell'università". Questi gli striscioni apparsi nelle scorse ore su alcuni edifici dell'università di Pisa, per contestare Silvio Berlusconi anche nel giorno delle esequie. A rivendicare la paternità del gesto sono stati a quanto pare alcuni studenti di sinistra, molti dei quali facenti parte del collettivo Exploit Pisa. Gli stessi che nemmeno in un momento di cordoglio e di dolore hanno evidentemente voluto pensare ad una "tregua", inviando anzi una lunga lettera al rettore per esprimere la loro contrarietà al lutto nazionale decretato dal governo per ricordare l'ex-premier. "Ci uniamo al coro di altri studenti ed atenei nel rifiutare l’adesione dell’università a tale evento, decisa seguendo le indicazioni del governo italiano - si legge nella lettera, pubblicata sulla pagina Facebook del collettivo - inoltre, prendiamo atto che ciò sia avvenuto senza comunicare, alla comunità studentesca e alla cittadinanza tutta, le motivazioni della decisione".
L'attacco surreale del partito
E i manifestanti non hanno a quanto pare esitato, di fatto, a prendere a pretesto l'occasione per contestare tanto il governo quanto Berlusconi. "La dichiarazione del lutto nazionale non è normata da alcuna legge precisa ed è rimessa al pieno arbitrio del governo. Si tratta quindi di una scelta esclusivamente ideologica - prosegue il comunicato, assumendo tratti ancor più surreali - l’Università di Pisa, in quanto istituzione pubblica dotata di una propria autonomia politica e responsabilità civile davanti alla cittadinanza tutta, non si può limitare a recepire placidamente una indicazione così fortemente faziosa da parte del governo". La nota si chiude con un invito al rettore a prendere posizione, auspicando un intervento simile a quello attuato dal rettore dell'Unistrasi Tomaso Montanari.
L'"autogol" del collettivo di sinistra
"La celebrazione con bandiere a mezz’asta da parte dell’università rende il ricordo una santificazione ideologica, in quanto tenta di oscurare tutto ciò che Silvio Berlusconi è stato ed ha rappresentato negli ultimi trent'anni. Queste bandiere a mezz’asta sono revisionismo storico - hanno chiosato i manifestanti - chiediamo che le Università, a partire dalla nostra a Pisa, prendano posizione contro chi ha contribuito alla demolizione del diritto allo studio e ad una ricerca libera dal profitto, seguendo l’esempio del rettore di Siena". Com'è finita? Non benissimo per i manifestanti di sinistra, a quanto sembra.
Lo striscione esposto sotto le bandiere a mezz'asta all'ingresso della Normale è infatti stato rimosso personalmente dal direttore dell'istituzione accademica ad esempio, a pochi minuti dalla sua esposizione. Per un'iniziativa che, almeno su queste basi, sembra essersi risolta in un vero e proprio autogol per il collettivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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