Travolti dal fango oltre 3mila edifici. La Romagna lotta per la normalità

Si sfrutta la tregua del meteo per ripristinare la viabilità. Il pericolo rimangono le frane

Travolti dal fango oltre 3mila edifici. La Romagna lotta per la normalità
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A una settimana dall’alluvione che l’ha devastata, seminando morte e distruzione, la Romagna - approfittando di una tregua del maltempo - prova a tornare alla normalità, facendo tornare gli studenti in classe, riaprendo i musei, le biblioteche, ripristinando la connessione nelle zone più colpite. Mentre anche oggi è confermata l’allerta rossa per criticità idraulica su molte zone e arancione per criticità idrogeologica nelle aree collinari della Romagna e dell’appennino Bolognese per il pericolo frane. Questo mentre non si interrompe la catena di solidarietà per far sì che i territori più colpiti possano tornare alla normalità nel più breve tempo possibile, nonostante l’alluvione abbia lasciato dietro di sé una voragine finanziaria difficile da quantificare. Basti pensare che soltanto nell’area intorno a Ravenna, stando ai dati satellitari raccolti dal Rapid Mapping Team del Copernicus Emergency Management, il servizio europeo che si attiva in caso di disastri o emergenze, sono più di 3mila gli edifici interessati dall’alluvione. Il numero degli evacuati fortunatamente comincia a calare: ieri erano 3.200 in meno le persone fuori casa.


Nelle strade si continua a spazzare via la melma, ci sono volontari giunti da ogni parte che non si risparmiano. Persino il Comune di Amatrice, ancora alle prese con la ricostruzione del post-terremoto, ha inviato una squadra di sei volontari con macchine operative per rimuovere il fango, pale e altri attrezzi. Nonostante ci siano ancora diverse criticità, si fa il possibile per tornare al più preso alla normalità. A Cesena, messa in ginocchio dall’esondazione del fiume Savio e dei corsi d’acqua minori, ieri hanno riaperto tutti i servizi bibliotecari, i musei e le gallerie d’arte comunali. Si lavora anche per portare la connettività interrotta dall’alluvione e dalle frane e ricollegare alla rete internet, ospedali, uffici pubblici, scuole, gruppi di cittadini che si trovano in zone isolate o sfollati nelle palestre. Sono in arrivo oltre cento gruppi satellitari che saranno installati nei prossimi giorni nella provincia di Ravenna in una gara di solidarietà per riportare il segnale che ha visto, tra gli altri, il Gruppo Unipol comprare i primi terminali Starlink acquistati dalla SpaceX. L’azienda di Elon Musk da parte sua ha orientato i suoi satelliti per garantire alla Romagna il massimo segnale e la maggior copertura possibile.
Sta tornando alla normalità anche la circolazione ferroviaria, con i treni che hanno ripreso a circolare sulle linee Forlì-Rimini e Ravenna-Rimini con iniziali riduzioni di velocità, limitando l’interruzione della linea Bologna-Rimini al tratto compreso fra Faenza e Forlì. L’obiettivo è quello di ripristinare il tratto interrotto prima del ponte del 2 giugno. Sono state riattivate quasi la totalità delle 50mila forniture elettriche interrotte. Ci sono zone, comunque, in cui la situazione resta molto difficile. Alcuni comuni, come quello di Casola Valsenio, nel Ravennate, sono ancora isolati, a causa delle frane che hanno reso inagibili chilometri di strade. Ampie aree sono ancora completamente allagate e in diversi punti sono in azione pompe per lo svuotamento. Le frane e gli smottamenti rappresentano un pericolo in particolare nelle aree collinari della Romagna e dell’Appennino bolognese. I medici della Società italiana di medicina ambientale, inoltre, mettono in guardia dagli effetti indiretti delle alluvioni che, a causa dello straripamento delle acque reflue causate dalle inondazioni, nel lungo periodo aumentano il rischio di infezioni, soprattutto nei bambini e nelle persone anziane.

Resta ancora un interrogativo, infine, sul turismo. La Riviera Romagnola, relativamente risparmiata dal maltempo, è già pronta ad affrontare la stagione ormai alle porte. Ma si temono disdette da parte di chi ha paura di trovare ancora disagi.

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