Si prospetta un triste Natale per molti ex agenti delle forze di polizia in pensione. Decine di ex appartenenti all'Arma dei Carabinieri, alla Polizia di Stato e della Guardia di finanza, residenti nelle province autonome di Trento e Bolzano, si sono viste recapitare un avviso di sfratto che sarà operativo a partire dal gennaio 2024.
“Si tratta di una situazione che si protrae ormai da troppi anni”, denuncia Francesco Paolo Cocca, Segretario Nazionale del Sim (Sindacato Italiano Militare) della Guardia di Finanza che sta portando alla luce questo grave problema che riguarda vedove e over 70 con diverse patologie cliniche. Tra le persone in in difficoltà ci sono alcuni con invalidità tra l’80 e il 100%, un caso di Alzheimer e qualche anziano che ha avuto un infarto, ma anche una persona che, purtroppo, è stata colpita da un tumore ed è attualmente in cura. “Stiamo parlando di persone che hanno servito lo Stato per buona parte della loro vita”, incalza Cocca secondo cui siamo in presenza di una “situazione paradossale e vergognosa”. Fonti ben informate vicine alla prefettura assicurano che i casi più fragili non verranno sfrattati, ma il problema, in ogni caso, rimane e viene da lontano.
Tutto ha inizio a metà anni ’70 quando vengono costruiti gli immobili di proprietà del demanio a Ravina di Trento e a Bolzano dove attualmente vivono in totale un centinaio di famiglie. Nel 1993, in virtù della legge 560 riguardante norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, gli inquilini rivendicano il diritto di riscatto di queste abitazioni. Diritto che gli viene negato perché tali appartamenti vengono considerati dai vertici delle amministrazioni di Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia come alloggi di servizio. “Ho specificato che non si tratta di alloggi di servizi, ma di appartamenti che rientrano nell’edilizia residenziale pubblica gestiti dagli istituti autonomi provinciali dell’edilizia sociale (ITEA e IPES)”, sostiene Cocca, sempre più convinto che, dunque, possano essere oggetto di alienazione.
Al di là degli aspetti giuridici, però, secondo il sindacalista “non è ammissibile che nel nostro Paese, ex appartenenti alle Forze dell’Ordine, dopo anni di onorato servizio, debbano essere considerati occupanti abusivi, e ricevere il benservito dalla Stato, perdendo la casa e la dignità”. Cocca ricorda inoltre che, nel 2008, la filiale del demanio del Trentino Alto Adige aveva comunicato a tutte le amministrazioni interessate (arma dei carabinieri, guardia di finanza e polizia di Stato) l’alienazione di questi immobili a favore degli inquilini interessati ai sensi della legge 560 del 1993.
Ora basterebbe un emendamento per modificare profondamente questa situazione ma, in base agli accordi presi, le forze di maggioranza non possono emendare la manovra. L’emendamento presentato dal senatore Matteo Gelmetti, dunque, difficilmente vedrà la luce.
In caso contrario, gli inquilini di quegli immobili si vedrebbero, una volta per tutte, riconosciuto il diritto di riscatto previsto dalla legge 560 del 1993 dal momento che quegli edifici non sarebbero più considerati alloggi di servizio, ma verrebbero parificati a quelli di edilizia residenziale pubblica e, pertanto, diverrebbero alienabili. “Il Demanio, tra l'altro, sarebbe favorevole alla dismissione poiché avrebbe la possibilità di fare cassa”, chiosa Cocca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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