Truffa sul Reddito di cittadinanza: un arresto e 900 indagati nel Cosentino

I sospettati, privi dei requisiti per l'ottenimento dei benefici, avrebbero ricevuto il denaro anche con l'utilizzo di servizi di money transfer

Truffa sul Reddito di cittadinanza: un arresto e 900 indagati nel Cosentino
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Una maxi operazione della guardia di finanza ha consentito di scoprire una gigantesca truffa ai danni dello Stato. Una persona è stata arrestata dai militari del comando provinciale delle fiamme gialle di Cosenza, mentre altre 900 risultano indagate a vario titolo per i reati di indebita percezione del Reddito di cittadinanza, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento, abusiva attività finanziaria e riciclaggio. L'uomo finito in manette è un rumeno da tempo residente in Italia, operatore di un Caf. Le indagini, coordinate dalla procura di Cosenza e condotte dai finanzieri del gruppo, avrebbero consentito di ricostruire, secondo gli inquirenti, "uno strutturato contesto illecito" finalizzato all'indebita percezione di Reddito di cittadinanza e di altri sussidi.

L'indagine

Le serrate investigazioni hanno permesso alle fiamme gialle di identificare un Centro di assistenza fiscale nel Comune di Cosenza, il quale acquisiva documenti di identità di persone residenti all'estero, al fine di avviare numerose pratiche relative al Reddito di cittadinanza, al Reddito di emergenza e ad assegni familiari. Gli indagati, privi dei requisiti per l'ottenimento dei benefici, avrebbero ricevuto il denaro anche con l'utilizzo di servizi di money transfer, versando al Caf parte della somma a titolo di corrispettivo per le attività svolte. In particolare, gli investigatori hanno riscontrato come il Centro di assistenza fiscale, nell'inoltrare le domande di sussidio, utilizzasse in alcuni casi residenze fittizie, al solo scopo di creare nuclei monofamiliari e con bassi valori di Isee, oppure riportasse più soggetti o nuclei familiari nel medesimo indirizzo di residenza.

Il precedente a Pordenone

Due giorni fa la Guardia di finanza di Pordenone ha, invece, denunciato all'autorità giudiziaria 73 stranieri perché, secondo quanto contestato, per percepire il Reddito di cittadinanza avrebbero in maniera strumentale e non veritiera dichiarato di possedere un permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo. L'ammontare dei contributi pubblici erogati ai 73 non aventi titolo, è pari a 433mila euro. Dalle indagini è emerso che 73 stranieri, che ne avevano autocertificato il possesso del titolo di soggiornanti di lungo periodo, erano in realtà privi dello specifico permesso di soggiorno.

All'immediata denuncia alla procura della Repubblica è conseguita l'attivazione dell'Inps che ha revocato il contributo a quelli che lo stavano ancora percependo e ha avviato l'iter per il recupero delle somme già erogate. Nei confronti di tutti i 73 indebiti percettori è stata proposta l'emissione di un provvedimento di sequestro preventivo.

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