Uccise il figlio della badante, 86enne condannato a 13 anni e 4 mesi di carcere

Giovanni Vezzoli, il pensionato che il 5 giugno 2022 nella sua casa di Gambolò (Pavia), uccise con un colpo di fucile Thomas Achille Mastrandrea, 42 anni, sconterà al sua pena fino alla soglia dei 100 anni

Uccise il figlio della badante, 86enne condannato a 13 anni e 4 mesi di carcere

Uccise il figlio della sua badante a fucilate ed ora, a 86 anni, è stato condannato a 13 anni e 4 mesi di carcere per omicidio volontario. Giovanni Vezzoli, il pensionato, oggi 86enne, che il 5 giugno 2022 nella sua casa di Gambolò (Pavia), in Lomellina, uccise con un colpo di fucile Thomas Achille Mastrandrea, 42 anni di Nicorvo (Pavia), sconterà al sua pena fino alla soglia dei 100 anni.

La sentenza dopo due ore di camera di consiglio

La sentenza è arrivata dopo due ore di camera di consiglio, dalla Corte d'Assise di Pavia presieduta dal giudice Elena Stoppini. Il pubblico ministero Diletta Balduzzi aveva chiesto una condanna a 24 anni, ma i giudici hanno escluso l'aggravante contestata dei futili motivi, sulla scorta della quale era stata rigettata la richiesta del rito abbreviato. L'imputato ha potuto così beneficiare, oltre che delle attenuanti generiche, della riduzione di un terzo della pena prevista dal rito che, da una base di partenza definita in vent'anni, è stata pertanto ridotta a tredici anni e quattro mesi. In ragione dell'età avanzata, la Corte ha altresì concesso a Vezzoli, sino ad oggi detenuto in carcere a Pavia, la misura cautelare degli arresti domiciliari. I giudici hanno anche stabilito risarcimenti per oltre un milione di euro ai parenti della vittima.

Il delitto e la colpa

Il delitto era avvenuto dopo un'accesa discussione, avvenuta nella cucina dell'abitazione dell'anziano, riguardante la madre 60enne della vittima. Dall'indagine è emerso che la donna prestava da tempo il proprio servizio di badante per pochi euro al giorno, prendendosi cura soprattutto della figlia disabile dell'anziano. Il figlio pretendeva che il "datore di lavoro" della madre rispettasse gli impegni assunti e la mettesse in regola contrattualmente.

Dopo la lite, Mastrandrea aveva accompagnato la madre nella camera della casa che le era stata assegnata dal proprietario e l'aveva aiutata a raccogliere le sue cose e fare le valigie per andarsene. È stato allora che Vezzoli ha imbracciato il suo fucile da caccia e fatto fuoco da circa sei metri di distanza contro la vittima, colpendola a morte all'addome.

"Poco più di tredici anni sono una magra consolazione, mio marito non me lo restituisce nessuno, e peraltro l'assassino li sconterà anche a casa: almeno undici mesi di carcere se li è fatti - ha commentato la moglie di Mastrandrea -. La legge italiana purtroppo è questa, ero preparata a un tale epilogo: non resta che accettare il verdetto, anche se con amarezza".

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