Dopo 51 giorni di agonia lo scorso 21 maggio si è spento il piccolo Elia, il bimbo di due anni e mezzo morto a causa della cosiddetta "Seu", ossia la Sindrome emolitico-uremica, che lo aveva colpito dopo aver ingerito del formaggio a latte crudo. I genitori del bambino spingono per far conoscere questa terribile storia, affinché una simile tragedia non si ripeta più.
I sintomi e la morte
Il dramma del piccolo Elia è cominciato lo scorso aprile, quando ha cominciato ad accusare i primi sintomi provocati dalla Seu. I genitori del bambino hanno fatto il possibile per ricostruire tutta la vicenda e capire che cosa sia successo al loro figlio. Elia aveva mangiato un formaggio che la famiglia aveva acquistato in un'azienda casearia visitata durante una vacanza a Livigno. Proprio quell'alimento, probabilmente prodotto con latte crudo non pastorizzato, avrebbe scatenato la crisi. Non è da escludere, infatti, che quel formaggio potesse essere contaminato da Escherichia Coli, un tipo di batterio che negli adulti non causa serie conseguenze, ma che può essere particolarmente pericoloso nei bambini. Può infatti provocare la Seu, perché nei più piccoli il sistema immunitario non è ancora sviluppato.
Dopo un esordio di tipo gastrointestinale, Elia aveva cominciato a peggiorare, fino a presentare i primi disturbi neurologici. Da qui la corsa in ospedale, al Gaslini di Genova. L'incubo, però, era appena iniziato.
Il personale medico riesce fortunatamente a comprendere subito quale sia il problema, e arrivano a diagnosticare la "Seu", sindrome emolitico-uremica. "Sappiamo tramite il nefrologo che il ceppo di Escherichia Coli isolato in Elia si riconduce a prodotti caseari con latte crudo e oggi sappiamo, purtroppo, che questo batterio è spesso presente nei prodotti a latte crudo non pastorizzati e che può generare questa sindrome. Elia ha iniziato a sentirsi male una decina di giorni dopo avere consumato i prodotti che avevamo acquistato ed proprio è il tempo di incubazione di questa sindrome", ha raccontato a Genova24 la madre del piccolo.
Purtroppo, malgrado i tanti tentativi dei medici, non è stato possibile fare nulla per salvare il bambino. Le condizioni di Elia erano troppo gravi. La Seu aveva attaccato il sangue del piccolo, causando una mancanza di piastrine con conseguente formazione di piccoli trombi. Non solo. La sindrome aveva probabilmente colpito anche i reni, tanto che il piccolo era stato sottoposto a dialisi. Nel corso del suo ricovero, Elia ha sopportato ben due arresti cardiaci e due interventi chirurgici all'addome per intervenire su colon e intestino. Poi, purtroppo, le crisi epilettiche e i danni al fegato.
Elia è morto il 21 maggio dopo una lenta agonia. I suoi organi, purtroppo, non hanno retto.
La battaglia dei genitori
Marco, il padre del bambino, ha voluto raccontare la drammatica storia di suo figlio sui social. "Questo stupido acronimo, Seu, ha cambiato quella del mio piccolino, la mia quella, della mamma, dei nonni, fratelli, zii e quella di tutte le persone che hanno avuta la fortuna di vederlo correre nel vicolo e in passeggiata nei suoi splendidi due anni e mezzo. Non dovrà succedere mai più a nessun bambino, questa sarà la mia battaglia", ha dichiarato l'uomo come riportato da GenovaToday.
I genitori di Elia intendo sensibilizzare l'opinione pubblica affinché un simile episodio non accada più.
"Porteremo avanti questa battaglia, spingendo affinché venga introdotto l'obbligo per tutti di apporre etichette chiare sui latticini prodotti con latte crudo", affermano il papà e la mamma del bimbo. "Sulle confezioni di formaggio potrebbe esserci il simbolo di un bambino piccolo barrato, per esempio una cosa semplice e immediata", aggiungono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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