Il violento capo ultras della Nord e il membro di una 'ndrina: chi sono di Beretta e Bellocco

Chi sono i due protagonisti della violenta lite che si è conclusa con l'omicidio di Cernusco sul Naviglio (Milano)

Il violento capo ultras della Nord e il membro di una 'ndrina: chi sono di Beretta e Bellocco
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Mentre gli inquirenti sono tuttora al lavoro per ricostruire l'esatta dinamica della violenta lite che si è conclusa con l'omicidio di Cernusco, iniziano ad emergere i primi dettagli dei due ultras sell'Inter protagonisti della vicenda.

A perdere la vita è stato il 36enne Antonio Bellocco, il quale, a differenza dell'omicida, non era un membro di spicco della Curva Nord nerazzurra. Ciò nonostante si trattava comunque di un personaggio non solo rispettato ma anche in un certo senso temuto nel capoluogo meneghino, viste le origini: il suo cognome, infatti è noto non solo nel Milanese ma anche in Calabria, la regione da cui proviene.

Gravato da una condanna per mafia, Bellocco era membro di una famiglia di spicco della 'ndrangheta, originaria di Rosarno (Reggio Calabria) ma da anni operante nel Nord Italia, nel Milanese. Solo di recente, pare, il 36enne sarebbe riuscito a scalare le gerarchie della Nord.

Noto come "Totò", l'uomo era figlio di Giulio Bellocco, fratello di Umberto, uno dei leader della famiglia che da tempo si era inserita nel tessuto milanese per gestire i propri affari. Sembra che tra questi interessi ci fosse anche quello connesso a questioni inerenti lo Stadio di San Siro, ed ecco spiegato presumibilmente il motivo per cui Antonio aveva iniziato a inserirsi e a frequentare in modo sempre più assiduo gli ambienti della Curva Nord, stabilendo dei legami coi vertici degli ultras nerazzurri.

Grossomodo il suo inserimento negli ambienti che più contano del tifo organizzato si colloca cronologicamente con le fasi successive all'omicidio del vecchio leader Vittorio Boiocchi (Milano, ottobre 2022), il cui più stretto collaboratore era Andrea Beretta.

A differenza della vittima, quest'ultimo ha alle spalle una lunga militanza nell'ambiente degli ultras nerazzurri, che lo ha portato a diventare negli anni uno dei leader indiscussi. Alle proprie spalle il 49enne ha una lunga lista di precedenti, il più recente dei quali risale al 2023. Nel mese di luglio, insieme all'ex calciatore Davide Bombardini, Beretta fu condannato a 6 mesi, pena sospesa, con un'accusa riqualificata da tentata estorsione a esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Con loro anche un altro leader degli ultras, Claudio Morra, condannato invece a 10 mesi, per aver tentato di estorcere 100mila euro a una vittima con minacce.

A parte la condanna nel 2022 per aver ignorato un daspo, conseguenza della sua partecipazione agli scontro prima di Inter-Roma del 2017, che comportò l'arresto in quanto"destinatario di un ordine di esecuzione per l’espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare emesso dall'ufficio esecuzioni penali della procura della Repubblica presso il tribunale di Milano", Beretta aveva altri precedenti. Per lui i giudici determinarono una sorveglianza speciale della durata di 18 mesi motivandola con la sua "grave pericolosità sociale" oltre che coi precedenti per "furto, rapina, sequestro di persona, droga, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni e minacce".

Altro episodio noto che lo vide protagonista fu il pestaggio di un bagarino napoletano che vendeva foto di calciatori all'esterno del Meazza

lo scorso febbraio 2022: al grido di "Noi siamo della curva, qua i napoletani non li vogliamo", Beretta aggredì l'uomo insieme ad altri quattro ultras, mandandolo in ospedale con oltre 30 giorni di prognosi.

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