Il killer di Roma percepiva il reddito di cittadinanza: accertamenti fiscali su Campiti

Indagini di natura finanziaria effettuate dai carabinieri hanno portato alla luce evidenti difficoltà economiche: Claudio Campiti ha percepito il reddito di cittadinanza per 2 anni

Il killer di Roma percepiva il reddito di cittadinanza: accertamenti fiscali su Campiti

Emergono ulteriori dettagli sulla figura di Claudio Campiti, il 57enne che domenica scorsa ha tolto la vita a Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano durante una sparatoria da lui provocata.

L'uomo, ora chiuso dietro le sbarre del carcere di Regina Coeli per triplice omicidio aggravato da premeditazione e in attesa dell'udienza di convalida, ha percipito per un lungo periodo di tempo il reddito di cittadinanza.

Le verifiche fiscali

Sono ore fondamentali per le indagini. Decisi a scavare a fondo nella vita di Campiti, i carabinieri incaricati di condurre l'attività investigativa hanno effettuato anche dei controlli di natura fiscale nei confronti del soggetto. A quanto pare il 57enne, già profondamente segnato dalla morte del figlio Romano Campiti, morto in un tragico incidente in montagna, aveva anche perso il lavoro.

Campiti si trovava dunque in forti difficoltà economiche e per diverso tempo aveva beneficiato del sussidio grillo. Gli inquirenti parlano dell'arco di tempo compreso fra aprile 2020 a settembre 2022. Questo quanto emerso dai controlli di natura fiscale effettuati dai carabinieri, che hanno fatto accertamenti sui redditi dell'uomo. Percependo il reddito di cittadinanza per circa 2 anni, Campiti avrebbe ottenuto poco meno di 9000 euro totali.

La rabbia e il disagio

Anche le difficoltà economiche, oltre al trauma per la perdita del figlio, potrebbero essere alla base del raid omicida commesso dal 57enne.

Durante il sopralluogo presso la sua abitazione, gli inquirenti hanno riscontrato una decisa condizione di degrado e abbandono.

L'uomo viveva in un'abitazione fatiscente, incompleta, senza acqua corrente né energia elettrica. Da tempo, sui propri profili social, proclamava tutta la sua rabbia nei confronti dei 300 consorziati, e dei sindaci di Ascrea e Rocca Sinibalda.

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