Angela Celentano portata in Turchia? Altri 4 mesi per le indagini

Secondo le rivelazioni di un prelato Angela Celentano, scomparsa sul monte Faito nel lontano 1996, vivrebbe su un'isola turca. Il giudice del Tribunale di Napoli ha prorogato le indagini di altri 120 giorni: "Ankara non collabora"

 Angela Celentano portata in Turchia? Altri 4 mesi per le indagini
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Resta aperta l'inchiesta relativa alla cosiddetta pista turca sulla scomparsa di Angela Celentano, sparita in circostanze misteriose il 10 agosto del 1996, quando aveva solo 3 anni, sul monte Faito. Come anticipa il Corriere della Sera, il giudice del Tribunale di Napoli Federica Colucci ha ordinato altri 120 giorni di proga "per l'espletamento di indagini suppletive" relative al suddetto filone investigativo.

La proroga

Secondo quanto riporta il giornale di via Solferino, la procura partenopea non avrebbe ricevuto alcuna risposta dalla Turchia in merito alla richiesta di rogatoria internazionale che consentirebbe di procedere con gli accertamenti necessari. Circostanza che ha indotto il giudice Colucci a prorogare di altri 4 mesi le indagini "perché - si legge in un passaggio del provvedimento - nonostante il sollecito del Ministero della Giustizia italiano nulla è pervenuto" dalle autorità turche. Lo scorso agosto, le indagini sulla pista turca erano già state prorogate di altri sei mesi.

Come nasce la pista turca

I fatti fanno riferimento a un filone d'inchiesta avviato dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea nel lontano 2009 secondo cui Angela Celentano potrebbe essere in Turchia. Un'ipotesi formulata a seguito delle dichiarazioni di una donna, tale Vincenza Trentinella, che al tempo dichiarò di aver saputo da un prelato che la bimba, oggi trentenne, si trovava sull'isola turca di Buyukada e viveva assieme ad uomo che "si finge suo padre". Trentinella si recò sul posto per verificare personalmente le presunte indiscrezioni e, una volta tornata in Italia, consegnò la documentazione acquisita agli inquirenti allegando anche la foto di una ragazza che, a suo dire, aveva una forte somiglianza con Angela. All'epoca le indagini finirono su un binario morto.

La svolta nel 2023

A gennaio del 2023, la procura partenopea aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo relativo alla pista turca ma il giudice Colucci si era opposta, ordinando ulteriori accertamenti entro il limite di sei mesi. Secondo la gip, dalla risultanze investigative erano emerse delle incompatibilità che non consentivano di ritenere completate le indagini.

A luglio era stata concessa una nuova proroga, nella speranza di ricevere un riscontro celere da parte delle autorità turche. Una risposta che, sulla scorta di quanto emerso in queste ore, non sarebbe ancora arrivata.

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