"Lo dice l'islam". Iraniano abusa della moglie e pesta il figlio di 10 anni

La donna sarebbe stata costretta anche ad avere rapporti. Il cinquantenne è a processo per maltrattamenti e violenza sessuale

"Lo dice l'islam". Iraniano abusa della moglie e pesta il figlio di 10 anni
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“Lo dice l’islam”. Con queste parole un iraniano di 50 anni avrebbe giustificato la routine di violenza nei confronti della moglie, una donna di 40 anni, pestata due volte a settimana. Il caso di cronaca arriva da Roma e vede lo straniero, allenatore di ginnastica artistica, a processo per maltrattamenti e violenza sessuale: vittima dei presunti soprusi anche il figlio 17enne. Schiaffi, insulti e coercizioni: questa la tragica ricostruzione del Corriere. Ma non solo: la donna sarebbe stata anche costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà.

L’uomo e i suoi cari sono arrivati in Italia nel 2016. Complici le difficoltà nel trovare lavoro, la famiglia viene affidata ai servizi sociali. Ma le cose precipitano dopo poco tempo. Nonostante l’addio all’Iran, la donna torna a vivere l’incubo segregazione. Il marito, infatti, la obbligherebbe a uscire di casa solo per fare la spesa o per accompagnare il figlio a scuola. Nessun’altra concessione. L’uomo avrebbe vietato alla donna di studiare l’italiano e le avrebbe riservato umiliazioni continue, senza risparmiare il figlio. E ovviamente le botte, puntuali due volte a settimana “in nome dell’islam”.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe obbligato il figlio – già dall’età di 10 anni – ad allenamenti massacranti di ginnastica artistica. Poi, insoddisfatto, gli consiglia di lasciare lo sport. “Non sai fare nulla” la sua accusa. E, inoltre, lo avrebbe preso a pugni. Nonostante ciò, l’iraniano avrebbe spinto il figlio a continuare ad allenarsi, anche quando ha avuto la scarlattina.

Violenze e angherie all’ordine del giorno, la denuncia di madre e figlio.

Fino a quando la donna – difesa dall’avvocato Carla Quinto – ha deciso di dire basta, ribellandosi. Ora il 50enne dovrà rispondere delle accuse di maltrattamenti e violenza sessuale all’interno di un tribunale.

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