"Coltellate nel nome dell’Islam". Così l’egiziano ha colpito i passanti a Rimini

Muhammad Sitta è stato raggiunto da 5 proiettili sparati dal carabiniere a Villa Verucchio la notte del 31 dicembre

Scena del delitto a Villa Verucchio
Scena del delitto a Villa Verucchio
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Muhammad Sitta, l'egiziano 23enne che il 31 dicembre ha accoltellato quattro persone a caso a Villa Verucchio, mentre colpiva le sue vittime pregava nel nome dell'Islam. I dettagli non sono ancora stati rivelati, la traduzione forense è ancora in corso e non possono essere divulgare informazioni in tal senso ma la nota dei carabinieri ha già dato una prima impronta di ipotesi. Il video è attualmente in mano a un arabista, che oltre a tradurre contestualizza le parole dell'uomo, neutralizzato dall'intervento armato del maresciallo Masini. Le registrazioni sono state effettuate da una persona che si trovava sul posto e che ha correttamente consegnato le immagini ai carabinieri.

Le indagini procedono a 360 gradi, nessuna pista può essere esclusa da chi sta indagando, nemmeno quella del terrorismo. In tasca di Sitta è stato trovato un Corano tascabile e una collana utilizzata dai musulmani per la loro preghiera. "Mio nipote non era un terrorista, non era radicalizzato, non apparteneva ad alcun gruppo. Lui era estraneo a certi ambienti", dice oggi Samir Mahmud Alfar, 28 anni, zio dell'aggressore. "La nostra solidarietà va alle vittime di mio nipote, ci dispiace se ha fatto del male a quelle persone e a quei ragazzi come lui. Chiediamo perdono per lui che ora non c’è più. Noi vogliamo solo sapere cosa è successo e come sono andate le cose", ha continuato l'uomo. "Non si poteva evitare di sparare? Vogliamo giustizia", ha detto un cugino.

Nel frattempo è stata eseguita l'autopsia sul corpo dell'aggressore ed è emerso che sono stati 5, su 12, i colpi sparati dal carabiniere che lo hanno attinto. Uno in testa, uno alla spalla e il resto al torace. Gli altri 7 sono quelli di avvertimento che il carabiniere ha esploso a terra dopo aver intimato più volte l'alt. Di quelli, alcuni hanno raggiunto Sitta alle gambe ma non gli hanno procurato ferite mortali ma solo delle ecchimosi da rimbalzo. Saranno le analisi che verranno condotte nei prossimi giorni a stabilire quale sia stato il proiettile che l'ha ucciso, insieme alla verifica della presenza di eventuali farmaci o sostanze nei sangue.

Il maresciallo ha colpito Sitta quando si trovava a 80 cm da lui dopo essere arretrato. Si sta indagando per verificare l'eventuale collegamento di Sitta con ambienti radicalizzati che, finora, non sono emersi.

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